Romano Prodi non ha avuto modo di vedere la bozza Bianco sulla legge elettorale. Lo affermano fonti di Palazzo Chigi che aggiungono: «La posizione del governo è chiara: ogni contributo è utile al percorso delle riforme». Giudizio sospeso per Gianfranco
Fini (An): «La sto ancora studiando». Silvio
Berlusconi (Forza Italia): «Accetterei anche il modello tedesco ma con correttivi, come la dichiarazione vincolante delle alleanze prima del voto, comunque si può discutere anche sulla legge tedesca».
La bozza Bianco di riforma elettorale però trova contrari al maggior parte dei partiti minori. «Se la votino Berlusconi e Veltroni», ha commentato Cesare
Salvi (Sinistra democratica).
Casini (Udc): «È un po’ confusa: restiamo per il sistema tedesco, non per il sistema degli imbrogliucci». Altero
Matteoli (An): «Inaccettabile perché non consolida il bipolarismo». Bobo
Craxi (Partito socialista): «Contiene trucchi e truffe». Il collega di partito Enrico
Boselli : «Si mette in discussione la regola della democrazia: la rappresentanza». Giovanni
Guzzetta , presidente del Comitato promotore dei referendum sulla legge elettorale: «È uno schiaffo agli 821 mila cittadini che hanno firmato per il referendum». Clemente
Mastella (Udeur): «Non va bene per nulla». Manuela
Palermi (Comunisti italiani): «Irricevibile, fatta su misura per Pd e Forza Italia». Natale
Ripamonti (Verdi): «Con l'imbroglio non si va da nessuna parte. Proposta killer finalizzata alla vita di due partiti attraverso la morte degli altri». Massimo
Donadi (Italia dei valori): «È un passo avanti, ma i dubbi sono molti». Franco
Giordano (Rifondazione comunista): «È una base di partenza, ma se non si parte il referendum diventa assolutamente inevitabile e invece deve essere evitato». Roberto
Calderoli (Lega Nord): «Non c’è un testo, è solo una serie di ipotesi». Renato
Schifani (Forza Italia): «Ci sono varie opzioni, ma lo sforzo di Bianco è notevole e lo apprezziamo, purché non ci siano vincoli di schieramento e prevalgano le identità dei partiti». Arturo
Parisi (Pd): «È un passo indietro». Barbara
Pollastrini (Pd): «C'è un testo base da cui partire, possiamo costruire un’iniziativa comune e trasversale».