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  1. #1

    3d Peripatetico - Hegel & co.

    Visto che gli argomenti faceti oggi pare siano perigliosi, e quelli seri mal digeriti, mi avvio per qualche minuto nelle regioni della pura e disinteressata meditazione e vi chiedo: quali sono i vostri filosofi (o brani di opere filosofiche) preferiti?

    Parto con uno che mi ha sempre affascinato
    Il signore è la potenza che domina l'essere, mentre questo essere è la potenza che pesa sull'altro individuo[i], così, in questa disposizione sillogistica, il signore ha sotto di sé questo altro individuo. Parimente, il signore si rapporta alla cosa in guisa mediata, attraverso il servo: anche il servo, in quanto autocoscienza in genere si riferisce negativamente alla cosa e la toglie; ma per lui la cosa è in pari tempo indipendente; epperò, col suo negarla, non potrà mai distruggerla completamente ; ossia il servo col suo lavoro non fa che trasformarla[ii]. Invece, per tale mediazione, il rapporto immediato diviene al signore la pura negazione della cosa stessa[iii]: ossia il godimento; ciò che non riuscì all'appetito, riesce a quest'atto del godere: esaurire la cosa e acquietarsi nel godimento [...].

    Il signore che ha introdotto il servo tra la cosa e se stesso, si conchiude così soltanto con la dipendenza della cosa, e puramente la gode; peraltro il lato dell'indipendenza della cosa egli lo abbandona al servo che la elabora[iv]. [...]

    Così si e prodotto un riconoscere unilaterale e ineguale. La coscienza inessenziale è, quindi, per il signore, l'oggetto costituente la verità della certezza di se stesso. E chiaro, però, che tale oggetto non corrisponde al suo concetto: è anzi chiaro che proprio là dove il signore ha trovato il suo compimento, gli è divenuta tutt'altra cosa che una coscienza indipendente[v]; non una tale coscienza è per lui, ma piuttosto una coscienza dipendente: egli non è, dunque, certo dell' esser-per-sé come verità, anzi la sua verità è piuttosto la coscienza inessenziale e l'inessenziale operare di essa medesima. La verità della coscienza indipendente è, di conseguenza, la coscienza servile[vi]. Questa da prima appare bensì fuori di sé e non come la verità dell'autocoscienza. Ma come la signoria mostrava che la propria essenza è l'inverso di ciò che la signoria stessa vuol essere, così la servitù nel proprio compimento diventerà piuttosto il contrario di ciò ch'essa è immediatamente; essa andrà in se stessa come coscienza riconcentrata in sé e si volgerà nell'indipendenza vera. [...] Mediante il lavoro, essa [la coscienza] giunge a se stessa. Nel momento corrispondente all'appetito nella coscienza del signore, sembrava bensì che alla coscienza servile toccasse il lato del rapporto inessenziale verso la cosa, poiché qui la cosa mantiene la sua indipendenza. L'appetito si è riservata la pura negazione dell'oggetto, e quindi l'intatto sentimento di se stesso. Ma tale appagamento è esso stesso soltanto un dileguare, perché gli manca il lato oggettivo o il sussistere. Il lavoro, invece, è appetito tenuto a freno, è un dileguare trattenuto; ovvero: il lavoro forma[vii]. Il rapporto negativo verso l'oggetto diventa forma dell'oggetto stesso, diventa qualcosa che permane; e ciò perché proprio a chi lavora l'oggetto ha indipendenza. Tale medio negativo o l'operare formativo costituiscono in pari tempo la singolarità o il puro essere-per-sé della coscienza che ora, nel lavoro, esce fuori di sé nell’elemento del permanere: così, quindi, la coscienza che lavora giunge all’intuizione dell’essere indipendente come di se stessa. […]. Così, proprio nel lavoro, dove sembrava ch'essa fosse un senso estraneo, la coscienza, mediante questo ritrovamento di se stessa attraverso se stessa, diviene senso proprio.



    Hegel, Fenomenologia dello spirito, trad. it. di E. De Negri, La Nuova Italia, Firenze 1973
    passo a voi, nobili e garbati conversatori, la parola

  2. #2
    casomai peripatetici sono gli aristotelici
    "ci vorrebbero anche più persone come quaestio (a reb verrà un brivido)" wallrider, 22/10/2012

    "Se hai una vita di merda facebook non può essere molto meglio...". kalosjo, 16/10/2012

  3. #3
    Su tutti Platone.

  4. #4
    schopenhauer

    l'unico spiegato bene (c'era un supplente) e le mie compagnuccie di classe commentavano da dietro i loro astucci di winnie poo
    "è un complessato"
    "è un malato"
    "è qua"
    "è la"

    e io "bravo bravo, mi piace"



  5. #5
    A me piace KANT!

  6. #6
    Tutti devono credere in qualcosa.
    Io credo che mi farò una birra!


    a parte gli scherzi, Platone (e quindi anche Socrate) su tutti. Concordo.
    «Nella mia carriera ho sbagliato più di novemila tiri. Ho perso quasi trecento partite. Ventisei volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l'ho sbagliato. Nella vita ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto» - Michael Jordan

    «Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci.» - Gandhi

  7. #7
    Originariamente inviato da quaestio
    casomai peripatetici sono gli aristotelici
    un po' di elasticita', suvvia: peripatetico era sineddoche per filosofico

  8. #8
    Originariamente inviato da NyXo
    un po' di elasticita', suvvia: peripatetico era sineddoche per filosofico
    solo?

  9. #9
    Tutta la storia della filosofia è interessante. Non ho preferenze di sorta.
    Sicuramente non posso riconoscermi in Schopenhauer, né in Kierkegaard, né in Nietzsche.

  10. #10
    Originariamente inviato da NyXo
    un po' di elasticita', suvvia: peripatetico era sineddoche per filosofico
    la filosofia è una scienza esatta.
    non puoi dire che platone era un presocratico
    "ci vorrebbero anche più persone come quaestio (a reb verrà un brivido)" wallrider, 22/10/2012

    "Se hai una vita di merda facebook non può essere molto meglio...". kalosjo, 16/10/2012

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