Il romanzo di Ian McEwan narra un'epopea, quella di una ricca famiglia inglese colta nel momento dell'ozio prebellico degli anni '30 quando tutto sembra possibile e nulla ne turba il tranquillo menage quotidiano e poi ripresa nel momento più duro della guerra quando tutta l'atrocità che ne deriva appare chiara agli occhi dei protagonisti. ma è anche un libro di formazione, della giovanissima protagonista, Briony, tredicenne scrittrice in erba che nell'ingenuità della sua infanzia crede di vedere un mostro negli strani (per lei) comportamenti del giovane figlio della governante e ne segna per sempre il destino rovinandolo con un'accusa infamante, salvo poi cercare di redimersi per il resto della sua esistenza. è una storia d'amore, seducente e promettente all'inizio, impossibile e disperata nel suo svolgimento.
è un romanzo molto coinvolgente con diversi piani di lettura e un finale a sorpresa amaro ma allo stesso tempo ben augurale.
il film è del semisconosciuto Joe Wright, autore del pessimo recente riadattamento di Orgoglio e Pregiudizio, con Keira Knightley e James McAvoy e riesce a trasferire egregiamente su pellicola i luoghi i personaggi e le passioni che popolano il romanzo. non un capolavoro ma un film onesto che rispecchia fedelmente la divisione in tre parti originaria e la narrazione per punti di vista, con una ottima ricostruzione d'epoca soprattutto per quello che riguarda la disastrosa ritirata inglese a Dunquerke, resa in tutta la sua straziante gravità.
da leggere e da vedere a mio modestissimo parere