Pagina 1 di 3 1 2 3 ultimoultimo
Visualizzazione dei risultati da 1 a 10 su 26
  1. #1
    Utente di HTML.it L'avatar di lookha
    Registrato dal
    Nov 2003
    Messaggi
    14

    se fossimo in Norvegia dovremmo chiudere Piazza Affari

    Assenti dal cda di una società su due Modello Norvegia, verso una legge.


    Mentre là (in Norvegia) il governo sembra deciso a far rispettare la legge che vuole un 40% di donne nei cda, e dunque a chiudere le aziende (sono più di un centinaio) che non si sono adeguate entro il 31 dicembre dell’anno scorso come avrebbero dovuto fare, qui in Italia più delle metà delle aziende quotate in Borsa non ha neanche una donna nei suoi organi sociali.

    Quando ci sono, le donne sono perlopiù sole in consessi totalmente maschili e, soprattutto, appartengono alla famiglia che possiede l’impresa. Insomma, figlie, mogli, madri o sorelle.

    È questo il risultato di un’analisi sulla composizione dei consigli di amministrazione e sui collegi sindacali fatto dal Corriere della Sera insieme con Livia Aliberti Amidani, di Aliberti Governance Advisor, su dati della Consob al 2 gennaio. Un totale di solo 202 donne con incarichi effettivi su quasi 4 mila posti disponibili.
    Che significa il 5,2%; percentuale che sale al 6,6% (296 posti su quasi 4.500 incarichi) se si considerano anche le posizioni supplenti, dove le donne sono più presenti.


    Le posizioni di primissimo vertice sono veramente poche: nessun presidente di consiglio di sorveglianza, un solo presidente onorario di consiglio di amministrazione (Elisa Lorezon in Stefanel), un solo consigliere di gestione (Emma Marcegaglia in Banco Popolare), due soli consiglieri di sorveglianza (Rosalba Casiraghi e Jonella Ligresti), tre vice presidenti e amministratori delegati (Giulia Ligresti, Donatella Ratti, Manuela Giorgetti), nove soli amministratori delegati...

    Nelle aziende piccole e medie non quotate la presenza di donne nei cda aumenta con l’aumentare delle donne azioniste — come dice un’analisi realizzata da Daniela Montemerlo, professore associato all’università dell’Insubria e docente della Sda Bocconi — mentre si riduce quando la proprietà diventa più frammentata.

    Favorevole a un utilizzo «soft e a tempo» di meccanismi coercitivi «che consentano di sbloccare un sistema sistematicamente bloccato come l’Italia» è anche il docente Maurizio Ferrera. E cita la Spagna che ha scelto una strada diversa dalla Norvegia, pur con gli stessi obiettivi, e dove per esempio non ammettono alle gare per appalti pubblici le aziende private che non rispettano certe quote o che non predispongano piani per garantire l’accesso delle donne al vertice. Quella Spagna che ha appena dichiarato di aver superato l’Italia nella crescita.

    http://www.corriere.it/economia/08_g...ba99c667.shtml

  2. #2
    è old
    è old
    è old
    è old

  3. #3
    Utente di HTML.it L'avatar di @rgo1
    Registrato dal
    Nov 2005
    Messaggi
    233
    No non è OLD.

    L'articolo postato da me parlava solo della situazione in Norvegia.

    Questo invece fa una comparazione tra la Norvegia, l'Italia e la Spagna.

    Con il solito risultato imbarazzante per la solita Italietta...

    Grazie lookha.
    "Chi se ne frega, disse il mago alla strega, ora vado nel bosco e mi faccio una s...passeggiata."
    ------------------------
    Antipatichi!

  4. #4
    Originariamente inviato da @rgo1
    No non è OLD.

    L'articolo postato da me parlava solo della situazione in Norvegia.

    Questo invece fa una comparazione tra la Norvegia, l'Italia e la Spagna.

    Con il solito risultato imbarazzante per la solita Italietta...

    Grazie lookha.
    Non sono molto d'accordo con queste quote rosa. Allora dovremmo riservare quote nei CDA ad immigrati, omosessuali, non laureati, diversamente abili, orfani di guerra, ex carcerati, arrotini ed ombrellai. Sai che casino! Preciso comunque che non ho nulla contro le suddette categorie, che non sono nominate a scopo dispregiativo.

  5. #5
    Utente di HTML.it
    Registrato dal
    Jan 2008
    Messaggi
    2
    Probabilmente la si definisce old soltanto perchè è un fatto risaputo.(purtroppo)

    Che l'organizzazione di questo paese facesse acqua da secoli e da molti punti di vista è risaputo, tuttavia il giusto non credo che sia il fatto di "lasciar entrare cani e porci" nei cda, ci mancherebbe, però giudicare oggettivamente i CV senza tener conto di altri fattori e senza favorire spudoratamente i figli, parenti,raccomandati, etc..potrebbe essere un primo passo verso la decenza...

  6. #6
    Le quote rosa sono una delle tipiche "positive actions" che non ho mai capito.
    Non ho mai creduto che potessero servire davvero a limitare la discriminazione, che invece è un dato di fatto.

  7. #7
    Utente di HTML.it L'avatar di lookha
    Registrato dal
    Nov 2003
    Messaggi
    14
    Originariamente inviato da panta1978
    Non sono molto d'accordo con queste quote rosa. Allora dovremmo riservare quote nei CDA ad immigrati, omosessuali, non laureati, diversamente abili, orfani di guerra, ex carcerati, arrotini ed ombrellai. Sai che casino! Preciso comunque che non ho nulla contro le suddette categorie, che non sono nominate a scopo dispregiativo.
    A parte che mettere nello stesso catalogo donne, diversamente abili e omosessuali denota una certa forma mentis che lascia molto a desiderare, il punto è come si combatte la discriminazione.
    Tu che cosa proponi?
    Ti ricordo che già oggi le compagnie hanno l'obbligo di non discriminare per questione di sesso, etnia, confessione religiosa, orientazione sessuale ecc.
    Cosa faresti tu per diminuire la discriminazione per questione di sesso sul mondo del lavoro in Italia?

  8. #8
    Originariamente inviato da lookha
    A parte che mettere nello stesso catalogo donne, diversamente abili e omosessuali denota una certa forma mentis che lascia molto a desiderare...
    se leggi il 3d di argo sulla norvegia, troverai che alcune donne del forum hanno usato piu' o meno gli stessi argomenti per difendere le quote rosa

  9. #9
    Utente di HTML.it L'avatar di @rgo1
    Registrato dal
    Nov 2005
    Messaggi
    233
    Originariamente inviato da lookha
    A parte che mettere nello stesso catalogo donne, diversamente abili e omosessuali denota una certa forma mentis che lascia molto a desiderare, il punto è come si combatte la discriminazione.
    Tu che cosa proponi?
    Ti ricordo che già oggi le compagnie hanno l'obbligo di non discriminare per questione di sesso, etnia, confessione religiosa, orientazione sessuale ecc.
    Cosa faresti tu per diminuire la discriminazione per questione di sesso sul mondo del lavoro in Italia?
    qui abbiamo anche la discriminazione per età che colpisce entrambi i generi...
    "Chi se ne frega, disse il mago alla strega, ora vado nel bosco e mi faccio una s...passeggiata."
    ------------------------
    Antipatichi!

  10. #10
    Utente di HTML.it L'avatar di Angioletto
    Registrato dal
    Jan 2004
    Messaggi
    1,246
    probabilmente solo se trapiantassimo delle quote rosa nel cervello di molti uomini si riuscirebbe ad accelerare un processo cmq già in atto..
    Per liquidare un popolo si comincia con il privarli della memoria.Si distruggono i loro libri, la loro cultura, la loro storia. E qualcun’ altro scrive loro altri libri, li fornisce di un’altra cultura, inventa per loro un’altra storia. (Milan Kundera)

Permessi di invio

  • Non puoi inserire discussioni
  • Non puoi inserire repliche
  • Non puoi inserire allegati
  • Non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
Powered by vBulletin® Version 4.2.1
Copyright © 2024 vBulletin Solutions, Inc. All rights reserved.