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  1. #1

    Livadia: una "follia" d'altri tempi...

    Probabilmente non interessa a nessuno: è la storia dello yacht imperiale Livadia.
    Una barca pensata e costruita per essere immobile...

    Nel 1875 l''ammiraglio Popov della marina Russa volle costruire una corazzata stabilissima in modo da consentire ai cannoni posti su di essa di essere precisissimi.
    Fu così che nacque una nave a pianta completamente circolare che si dimostrò subito stabilissima con mare calmo ma con qualità nautiche disastrose: era invivibile con mare agitato e del tutto ingovernabile.
    Nonostante il disastro, lo zar Alessandro II, che soffriva assai il mal di mare, diede ordine all'ammiraglio Popov di costruire su quel principio il nuovo yacht reale, poiché il vecchio "Livadia" era affondato durante una tempesta nel Mar Nero.
    Nacque così il nuovo "Livadia".




  2. #2
    Venne costruito in Scozia (in gran segreto) e con specifiche di costruzione assai impegnative (avrebbero dovuto pagare delle penali se non avesse toccato i 15 nodi di velocità, mentre oltre quella soglia avrebbero avuto dei premi) e sotto la diretta supervisione del progettista Popov.
    Venne varato nel luglio del 1880 con la benedizione di un pope (e della madrina la duchessa di Hamilton) e un gran discorso dello zar.
    Scivolò in acqua in tutta la sua maestosa imponenza: era lungo 71 metri e largo 47 ma con un'opera viva praticamente circolare (l'opera viva e la parte della barca che sta in acqua).
    Nei 3 mesi successivi fu lussuosamente arredato e finalmente il 6/10/1880 fu provato in acqua. Raggiunse i 12 nodi facilmente e 3 giorni dopo, su un miglio misurato, superò la prova velocità toccando 15,75 nodi. Con alcune piccole modifiche ai poderosi motori da 12.000 Cv il costruttore pensò di poter arrivare anche a 16 o 17 nodi, ma lo zar accettò lo yacht pagando 2,7 milioni di rubli (414 mila di premio per la velocità in più).
    Il 15 ottobre lo yacht lasciò la Scozia per Sebastopoli sul Mar Nero.


  3. #3
    Facendo tappa a Londra dove fu fotografato per essere mostrato alla regina Vittoria raggiunse Brest dove salì a bordo il Granduca Costantino.
    Lo yacht attraversò il golfo di Biscaglia ma quando arrivò una tempesta il suo comportamento fu disastroso. Essendo bassa sull'acqua le onde la sovrastarono e l'acqua penetrò ovunque. Cominciò ad inclinarsi di 9 gradi con le pompe che funzionavano giorno e notte per svuotarla. Dovette riparare nel porto spagnolo di Ferrol dove fu accuratamente esaminata. Presentò danni notevoli (5 compartimenti stagni riempiti d'acqua e numerose crepe) e poiché il bacino di Sebastapoli non era ancora terminato fu deciso di farle passare l'inverno a Ferrol dove divenne in pratica un Palazzo dove furono organizzati balli e feste memorabili.
    Senonché nel marzo successivo lo zar fu assassinato a SanPietroburgo e gli succedette il figlio Alessandro III che non era affatto "innamorato" come il padre delle idee "geniali" dell'ammiraglio Popov. Sotto un nuovo comando lo yacht riprese il viaggio verso il Mar Nero, toccando anche Napoli (dove venne fotografato all'ormeggio nel Porto Militare) e arrivando infine a Sebastopoli l'8 giugno del 1881.
    Aveva viaggiato per 3890 miglia consumando 2.900 tonnellate di carbone.
    Qualche giorno dopo il Granduca Michele s'imbarcò con la famiglia per una breve crociera sul Mar Nero. Le acque agitate dimostrarono che la nave non era adatta a sopportare tempeste, la sovrastruttura vibrava e tremava fortissimamente spaventando a morte i passeggeri. Lo yacht rientrò in bacino di carenaggio e fu visitato accuratamente da una commissione e sottoposto a numerosi test.
    Nonostante 136 tentativi di percorrere il miglio velocemente la barca non riuscì mai a superare i 14,5 nodi. Popov dichiarò che la qualità del carbone era scarsa e che l'equipaggio era inesperto ma fu ugualmente licenziato e fu dichiarato responsabile di indebito pagamento del premio per la velocità. La commissione dichiarò lo yacht inadatto ad affrontare il mare senza grandi lavori di ristrutturazione. La nave rimase così nel bacino e qualche tempo dopo, poiché i lavori non vennero eseguiti, le fu tolto il nome Livadia sostituendolo con il sarcastico nome di "Opuit".
    Fu man mano smantellato tutto il ricco arredamento e convertita in nave-riparazione per la flotta del Baltico: un misto tra caserma e magazzino, ma, in realtà, languì all'ormeggio a Sebastopoli finché nel 1923 fu venduta come rottame per sole 4.000 sterline. Fu dura anche l'impresa di demolirla, tanto che la sua sagoma fu ancora visibile in porto fino al 1930.





  4. #4
    Utente di HTML.it L'avatar di hfish
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    Non dobbiamo trascurare la probabilità che il costante inculcare la credenza in Dio nelle menti dei bambini possa produrre un effetto così forte e duraturo sui loro cervelli non ancora completamente sviluppati, da diventare per loro tanto difficile sbarazzarsene, quanto per una scimmia disfarsi della sua istintiva paura o ripugnanza del serpente.

  5. #5
    Utente di HTML.it L'avatar di DydBoy
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  6. #6
    Utente di HTML.it
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    pure io pure io!!!!
    ciao ciao... forse un giorno...

  7. #7
    adoro queste imprese visionarie.

  8. #8
    'Sto Popov meritava una marea di calci nel culo.
    Più la si cerca e più si allontana, la base dell'arcobaleno.
    foto

  9. #9
    Utente di HTML.it L'avatar di Angioletto
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    il pronipote di Popov è Bassolino: vendono sogni tutti e due!
    Per liquidare un popolo si comincia con il privarli della memoria.Si distruggono i loro libri, la loro cultura, la loro storia. E qualcun’ altro scrive loro altri libri, li fornisce di un’altra cultura, inventa per loro un’altra storia. (Milan Kundera)

  10. #10
    Utente bannato
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    che bel tread, grazie matra

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