CorSera
Parigi Il cantiere delle riforme dell'Eliseo per il mercato del lavoro
E Sarkozy vara la sua «flexicurity»: addio alle 35 ore, via al modello danese
13-01-2008
PARIGI — Forse è pura coincidenza. Ma nel giorno in cui Tony Blair viene a Parigi a sostenere il progetto riformista di Nicolas Sarkozy, sindacati e imprenditori francesi hanno raggiunto, sia pure fra riserve e commenti freddi, un accordo per la riforma del mercato del lavoro.
Se tramutato in legge e approvato da tutte le organizzazioni del lavoro (manca ancora il sì della CGT, il sindacato della sinistra), l'accordo potrebbe segnare una svolta importante in un sistema di relazioni sociali contro cui si sono infranti tutti i tentativi d'innovazione degli ultimi decenni. Basti ricordare le manifestazioni di protesta che per settimane bloccarono il Paese nella primavera del 2006 contro il progetto dell'ex premier Villepin.
Due i capisaldi dell'intesa:
sarà più facile la rottura del contratto di lavoro e saranno favoriti contratti a tempo determinato (come volevano gli imprenditori), ma sarà più sicuro e protetto il lavoratore alla ricerca di un nuovo impiego.
Saranno infatti garantiti il sostegno alla formazione e la copertura sanitaria nei periodi di disoccupazione o di formazione.
A parte le differenze tecniche, viene in sostanza introdotto il modello della «flexisecurity» che ha dato risultati positivi in alcune democrazie del Nord Europa, in particolare in Danimarca.
Il compromesso viene considerato da molti osservatori un segnale di forte maturità, sia da parte degli imprenditori, che non si sono limitati ai proclami di flessibilità, sia da parte dei sindacati, non più arroccati a difesa di uno statu quo che avrebbe peraltro fornito al governo francese un facile alibi per procedere alla riforma per via parlamentare.
Il fatto la CGT non abbia firmato la bozza di accordo appare come una posizione di bandiera, condizionata da forti resistenze della base, che non mette però in discussione la volontà negoziale di questo sindacato.
Fra gli altri punti più importanti dell'intesa, c'è l'allungamento del periodo di prova, fino a un massimo di otto mesi a seconda delle categorie e degli accordi di settore.
In caso di licenziamento, viene facilitato l'accordo fra datore di lavoro e dipendente, con l'istituzione di un'indennità equivalente a un quinto per salario mensile per ogni anno di attività.
Per quadri superiori, viene inoltre istituito un contratto a tempo determinato, elaborato sulla base di progetti di settore o aziendali, compreso fra i 18 e i 36 mesi.
La presidente del Medef, la Confindustria francese, Laurence Parisot ha sostenuto che la firma dei maggiori sindacati «significa un passo avanti verso la democrazia sociale».
Più riservati i commenti delle organizzazioni sindacali.
Il presidente Sarkozy, fra i punti forti del suo progetto, aveva promesso il contratto unico e una riforma più radicale.
Anche sulla «morte» delle 35 ore, annunciata per il 2008, ha dovuto correggersi, riproponendo una sempre maggiore liberalità nelle ore di lavoro straordinario.
Tuttavia la sua «rupture» avanza. E l'Eliseo saluta «qualità e importanza del dialogo fra parti sociali».
M. Na.