Che filmone ragazzi! Giù il cappello! E giù anche la testa, che qui le pallottole fischiano da ogni parte! Meno male che l’ho recuperato a una rassegna di svisti perché qui c’è da leccarsi i baffi…
Il remake del famoso film del 1959 non ha nulla da invidiare al mitico antenato. Resta fedele all’impianto della storia, conferma il rapporto di odio-amore tra il contadino Dan Evans e il sarcastico bandito Ben Wade, scava nelle loro storie, ma rispetto al precedessore ci mette molto più sangue, sudore e polvere da sparo e lo fa con grande maestria registica, con ottima caratterizzazione dei personaggi, senza cali di ritmo, senza buchi di sceneggiatura, tenendo sempre tesa la corda tra i due formidabili Ben Wade-Russell Crowe e Dan Evans-Christian Bale, assistiti da comprimari di tutto rispetto, scelti con cura e tagliati con l’accetta. Sguardi che valgono più delle parole, e parole che pesano come pietre. Scenografie e ambienti d’epoca molto curati, incalzante e senza respiro la corsa finale verso il treno per Yuma, commovente il finale.
Un grazie al regista James Mangold, un grazie per il respiro epico di questo che non è solo un gran western, è proprio un gran film, un film di uomini per i quali la dignità e il rispetto contano ancora.
Esco mentre in fondo alla sala due ombre si alzano e si abbracciano, con gli occhi lucidi: uno è Sergio Leone, l’altro è Sam Peckinpah. Grazie anche a voi.
Globale ****