CLOVERFIELD (USA, 2007)
Girato in un clima di segretezza da guerra fredda, pubblicizzato con sapiente marketing virale (siti internet fasulli, falsi reportage di telegiornale, falsi sponsor, etc), arriva infine sullo schermo (più o meno grande) Cloverfield. Sia detto sin dall'inizio: impossibile paragonarlo ad un normale film senza distruggerlo. La storia è inverosimile. I personaggi - protagonisti a parte - sono bidimensionali, calligrafici, tratteggiati da poche battute. La regia a base di camera a mano è a volte troppo frenetica e confusa. Ma il vero unico protagonista, in Cloverfield, è la "situazione". E' far vivere l'esperienza, il risucchio nello stomaco simile a quello che si prova sulle montagne russe. Ecco, è un giro di giostra.
Rob se ne sta per andare in Giappone per lavoro. Gli amici e la sua - ex? - ragazza Beth danno un party d'addio in un loft trendy della lower Manatthan. Il tutto ripreso dalla mano maldestra dell'amico Hud (nome non a caso), che sovrascrive una vecchia cassetta di Rob e Beth in vacanza a Coney Island. Così le vecchie scene del passato della coppia si mescolano al presente: una New York sotto l'attacco di una misteriosa "cosa" che, attraversandola, porta distruzione e caos. L'angoscia che il film trasmette sta tutta nel punto di vista: non quello dell'eroe - soldato, pilota, cowboy o qualsiasi altro clichè - ma quello dell'uomo comune, inerme, incapace di comprendere quello che accade, schiacciato tanto dal dolore che dall'insicurezza. Le eco della recente storia mondiale risuonano nei grattacieli che crollano, nelle fughe dalla metropolitana, nell'ignoranza di quale sia l'identità dell'aggressore.
Sbrigativamente, lo si può classificare come un mix furbo tra The Blair Witch Project e Godzilla, ed in parte è così. Ma rimane un giro di giostra audio-visivo - effimero e leggero, sicuramente inutile - che fa un pò da cartina di tornasole dei nostri tempi.
Giudizio: n/a