Ciao amici,
da questo articolo su Republica.it di ieri importanti prove a sostegno della scienza contro la disinformazione e contro gli enormi possibili sprechi in impianti di produzione dell'energia da panelli FV e eolico
Gli scienziati italiani dell’Ingv (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), hanno condotto uno studio scientifico molto interessante sullo scioglimento delle calotte polari.
Il loro articolo è stato accettato dalla prestigiosa rivista internazionale Paleoceanography,
e rappresenta quindi una prova scientifica attendibile.
Lo studio ha come base la teoria del matematico serbo Milankovitch, il quale all'inizio del secolo scorso, trovò una correlazione tra le variazioni dell'orbita della Terra attorno al Sole e l'alternarsi delle glaciazioni con periodi più caldi. Il matematico serbo scoprì cioè che le glaciazioni e la loro scomparsa si verificano in seguito al fatto che l'orbita della Terra non è sempre identica a se stessa e ciò determina nel corso del tempo delle piccole variazioni dell'energia che arriva dal Sole.
Nonostante tutto la teoria non forniva spiegazioni convincenti sul perché e sulla tempistica del cosiddetto fenomeno delle “terminazioni glaciali”, cioè lo scioglimento delle calotte polari alla fine delle epoche glaciali (l’ultima delle quali è avvenuta circa 14.000 anni fa).
La soluzione esauriente a questa domanda è racchiusa appunto nell'articolo dal titolo: “The history of glacial terminations from the Tiber River (Rome): insights to glacial forcing mechanisms” (La storia delle terminazioni glaciali rilevata dal Tevere: un’intuizione sul meccanismo delle glaciazioni), a firma di Fabrizio Marra, Fabio Florindo e Enzo Boschi, scienziati INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia)
“Il nostro studio, -dice Fabrizio Marra, primo autore dell’articolo-, ribadisce il concetto di Milankovitch, che è comunque la quantità di insolazione che colpisce l’emisfero nord nei mesi estivi a regolare il meccanismo delle glaciazioni, ma in più il nostro modello mette in evidenza l’esistenza di una ‘soglia’ di insolazione estremamente piccola che discrimina tra il permanere della glaciazione e uno scioglimento drammatico delle calotte polari, che regrediscono rapidamente fino allo stabilirsi di condizioni simili a quelle dell’attuali. Il modello chiarisce come non sia tanto il verificarsi di particolari massimi di insolazione (cioè periodi molto caldi), bensì l’occorrenza di minimi ‘moderati’ (cioè meno freddi della media) a innescare questo veloce scioglimento delle calotte polari”...