Delitto e castigo in salsa londinese. Il film è nero, decisamente pessimistico, qui si va oltre “Match Point”, e per uno scopo molto più materiale: il denaro, che si vede in molte sequenze e di cui si parla moltissimo durante il film.
Il denaro come scappatoia alla vita mediocre e piccolo borghese di due fratelli, il denaro come soluzione ai loro problemi, il denaro che chiede di passare un limite, un limite dal quale non si torna indietro, davanti c’è solo l’abisso nero, e il tormento infinito del senso di colpa.
“Sogni e delitti”, a parte l’orrendo titolo italiano, è un buon esempio di regia, alterna sapientemente momenti drammatici e grotteschi, concentra tutto il film sugli attori e sui loro dialoghi (molto “Alleniano” in questo - non c’è praticamente colonna sonora).
Si attende, in lento crescendo, il momento in cui si compirà l’azione fatale.
E' un po' statico, inferiore (secondo me) a “Crimini e misfatti” e allo stesso “Match Point”, film con i quali ha in comune la decisione del gesto estremo e l’elaborazione del senso di colpa, sconsigliato a chi ama i thriller all’americana.
Globale ***