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  1. #1

    La fiera del libro di Torino e i censori anti israeliani

    Pare che alla fine siano riusciti nel loro intento: boicottare la fiera di Torino e la letteratura di Israele. Sì, letteratura, visto che è di questo che si doveva parlare.
    http://www.corriere.it/politica/08_m...ba99c667.shtml

    Speriamo che non sia così.
    The more the state 'plans' the more difficult planning becomes for the individual.
    Sto nella Pampa

  2. #2
    Demenziale, semplicemente demenziale.

    L'ennesimo esempio di quanto sia deleteria l'idea di vita come espressione di un' ideologia e di quanti danni riesca ancora a produrre.
    http://www.youtube.com/watch?v=xhB9qVTnTyE
    Originariamente inviato da sürfer
    ma io ho notato che ultimamente sono tanti i registi che stanno prendendo questa deriva lynchana... tipo che due sono in macchina mentre stanno parlando amabilmente dell'ineluttabilità del destino e poi, così, escono i nani

  3. #3
    "E' la demonizzazione di principio che ha ispirato la duplice campagna di sabotaggio. Yehoshua non deve parlare perché è israeliano. A Oz va imposto il bavaglio perché è israeliano. Grossman deve restare in silenzio perché è israeliano. Perché esiste e non deve esistere, perché il suo Stato deve scomparire, perché la sua identità deve essere cancellata."

    Cioè, questo genialoide paragona i boicottatori (che per me hanno torto, ma comunque esprimono un'opinione non completamente idiota, visto che la fiera è ufficialmente dedicata non agli scrittori israeliani ma allo Stato di Israele nel 60° della fondazione) ai terroristi islamici mettendoli sullo stesso piano, e poi ha il coraggio di parlare di "demonizzazione"?
    Madgi Allam ha fatto davvero dei grossi danni, altroché.
    [supersaibal]Una volta qui c'era il bar Mario
    L'han tirato giù tanti anni fa
    E i vecchi, i vecchi, i vecchi i vecchi
    sono ancora lì che dicono che senza non si fa

    [/supersaibal]

  4. #4
    ecco, pure ammè m'è parso un articolo parecchio fazioso oltre che pretestuoso. soprattutto per l'assenza di grossman che sembrerebbe non azzeccarci granchè col boicottaggio visto che le sue sono motivazioni personalissime
    David Grossman, lo scrittore che ha vissuto la tragedia della morte del figlio nel corso della guerra dell’estate del 2006 contro gli Hezbollah del Libano, comunica che, nel mese in cui verrà solennemente ricordato il sessantesimo anniversario della nascita dello Stato di Israele, non si allontanerà dalla sua terra.
    love is a ring, the telephone
    love is an angel disguised as lust
    here in our bed until the morning comes

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