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  1. #1

    [sociologia da 3 soldi] Perché la rete non funziona?

    Diversi anni fa, quando Internet non era ancora molto diffuso (no, non sono vecchio come chemako ) un responsabile delle vendite di una grossa ditta mi aveva spiegato che Internet avrebbe sicuramente rappresentato un challenge importante per chiunque venda a tanti clienti, e questo per il fatto che Internet permette alla gente di entrare in contatto. Quello che si aspettava questo responsabile era che a partire da quando Internet sarebbe diventato accessibile a tutti o quasi (condizione già riempita da qualche anno ormai), si sarebbero formati dei "gruppi di interesse" di privati intenzionati a comprare prodotti o sevizi in massa, e con quindi una capacità di far pressione sui prezzi. In pratica: non 50 piccoli clienti che rompono e a cui puoi dire che non te ne frega niente, ma un rappresentate di 500 clienti che si sono raggruppati grazie ad Internet e che vogliono prodotti diversi o prezzi inferiori.

    Ora, la mia domanda è questa: il ragionamento sembrava ben realista, l'effetto rete potrebbe esserci, ma... ma ho l'impressione che questo fenomeno non è ancora mai successo, questi tanto temuti "gruppi di pressione" non sono mai nati. Perché? Il navigatore medio è troppo pigro? Abbiamo paura di aiutare gli altri? La cooperazione non passa via Internet? Mancanza di fiducia?

  2. #2
    secondo me il navigatore medio è quello che scarica la posta e cerca i porni con google.
    Non siamo ancora arrivati alla rete come aggregazione sociale nel senso che dici tu.
    max

    Silence is better than bullshit.
    @mmarcon
    jHERE, Maps made easy

  3. #3
    Originariamente inviato da mxa
    secondo me il navigatore medio è quello che scarica la posta e cerca i porni con google.
    Non siamo ancora arrivati alla rete come aggregazione sociale nel senso che dici tu.
    Vorresti dire che cionni rappresenta l'utente medio?

  4. #4
    Utente di HTML.it L'avatar di lookha
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    Re: [sociologia da 3 soldi] Perché la rete non funziona?

    Originariamente inviato da dvds
    Diversi anni fa, quando Internet non era ancora molto diffuso (no, non sono vecchio come chemako ) un responsabile delle vendite di una grossa ditta mi aveva spiegato che Internet avrebbe sicuramente rappresentato un challenge importante per chiunque venda a tanti clienti, e questo per il fatto che Internet permette alla gente di entrare in contatto. Quello che si aspettava questo responsabile era che a partire da quando Internet sarebbe diventato accessibile a tutti o quasi (condizione già riempita da qualche anno ormai), si sarebbero formati dei "gruppi di interesse" di privati intenzionati a comprare prodotti o sevizi in massa, e con quindi una capacità di far pressione sui prezzi. In pratica: non 50 piccoli clienti che rompono e a cui puoi dire che non te ne frega niente, ma un rappresentate di 500 clienti che si sono raggruppati grazie ad Internet e che vogliono prodotti diversi o prezzi inferiori.

    Ora, la mia domanda è questa: il ragionamento sembrava ben realista, l'effetto rete potrebbe esserci, ma... ma ho l'impressione che questo fenomeno non è ancora mai successo, questi tanto temuti "gruppi di pressione" non sono mai nati. Perché? Il navigatore medio è troppo pigro? Abbiamo paura di aiutare gli altri? La cooperazione non passa via Internet? Mancanza di fiducia?
    piu che altro immagina il caso: noi siamo in 500, ti diciamo ok, tu vai dalla Apple e ci ottieni 500 mac con il 30% di sconto.
    Chi anticipa i soldi?
    e se poi ci tiriamo indietro?
    Mon credo sia una questione di fiducia, credo che manchi la piattaforma tecnologica per gestire il processo.
    Se ci fosse, io lo farei.
    Io immagino una cosa tipo: 500 mac con il 30% di sconto nel momento in cui arriviamo a 500 persone.
    Quelli che dicon di si devono mandare i soldi con paypal. Se in una settimana non arriviamo a 500 persone, i soldi tornano indietro.
    Ripeto, secondo me non è questione di fiducia, ma di piattaforma tecnologica.

  5. #5
    La previsione è confermata : da qualche anno, si sono formati dei gruppi di acquisto, tramite internet, che si riuniscono per rifornirsi di generi alimentari direttamente dai produttori.
    E mica esiste solo l'elettronica di consumo.
    Più la si cerca e più si allontana, la base dell'arcobaleno.
    foto

  6. #6
    Utente di HTML.it L'avatar di chimera
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    Originariamente inviato da taddeus
    La previsione è confermata : da qualche anno, si sono formati dei gruppi di acquisto, tramite internet, che si riuniscono per rifornirsi di generi alimentari direttamente dai produttori.
    E mica esiste solo l'elettronica di consumo.
    se non ricordo male erano nati pure dei siti che proponevano acquisti di massa
    Meticcio:incrocio multietnico
    Bastardo:chi li abbandona

  7. #7
    Originariamente inviato da taddeus
    La previsione è confermata : da qualche anno, si sono formati dei gruppi di acquisto, tramite internet, che si riuniscono per rifornirsi di generi alimentari direttamente dai produttori.
    E mica esiste solo l'elettronica di consumo.
    Sìsì il discorso voleva essere abbastanza generale per prodotti e servizi...

    Hai qualche link di esempio?

  8. #8

    Re: [sociologia da 3 soldi] Perché la rete non funziona?

    Originariamente inviato da dvds

    Ora, la mia domanda è questa: il ragionamento sembrava ben realista, l'effetto rete potrebbe esserci, ma... ma ho l'impressione che questo fenomeno non è ancora mai successo, questi tanto temuti "gruppi di pressione" non sono mai nati. Perché? Il navigatore medio è troppo pigro? Abbiamo paura di aiutare gli altri? La cooperazione non passa via Internet? Mancanza di fiducia?
    Organizzare un gruppo d'acquisto (in alcuni ambiti vengono chiamati consorzi d'acquisto) non è qualcosa di estramemente facile.
    Nemmeno per una rete sociale come internet che abbatte tempi e costi di comunicazione tra gli utenti.

    Le domande che ti poni sono più che lecite, e le risposte sono abbastanza semplici.

    Prima di tutto bisogna definire bene cos'è un consorzio d'acquisto.

    Non è semplicemente un gruppo di 50-100 persone che si accordano per l'acquisto in massa di 100 ipod o cose del genere.

    Un consorzio d'acquisto è davvero un interlocutore-cuscinetto unico tra due livelli di attori nel commercio e ha problematiche di "sincronizzazione" e di relazione tra questi diversi attori.

    Un consorzio d'acquisto non fissa un acquisto in massa in un intervallo temporale di pochi giorni, bensì adotta una politica a lungo termine.

    Esempio.
    Il Consorzio Scaltri&Furbi conta 100 associati con quota associativa annuale di 100 euro.
    Gli associati sono orientati all'acquisto di supporti digitali (esempio cd, dvd, hd, etc...)

    Il Consorzio contattati i maggiori fornitori e dovrebbe formulare una di queste offerte.

    "Rappresento 100 associati e questi qua consumano in un anno 42302234324 tra cd, dvd, schedine di memoria e così via. Quindi noi possiamo assicurarvi l'acquisto di questa cifra di supporti in un anno. Qual'è la vostra offerta ?"

    Nei consorzi seri, di solito gli acquirenti sono "obbligati" a mantenere un certo regime di consumo annuale, in modo da poter aumentare il potere contrattuale del consorzio.

    Addirittura alcuni di questi consorzi hanno penali legate ai consumi nn rispettati (potrebbe sembrare una cattiveria, ma non è così : se tu compri di meno, il quantità di merce da acquistare da parte del consorzio diminusce, così peggiorano le condizioni d'acquisto e il "danno" si ripercuote su tutti gli altri associati)

    Per farla breve, il problema più grande non è tanto legato alla mancanza di socialità da parte degli utenti della rete, ma bensì dalla tipologia di servizi e di prodotti che si intende acquistare.

  9. #9
    Come dice lookha mancano i marketplace che consentano di far incontrare la domanda aggregata di più navigatori con l'offerta di un produttore specifico.
    Potrebbe essere una buona idea da sviluppare per chi ne ha le possibilità, le competenze e le risorse.

    Ad esempio in questi mesi si sta diffondendo e affermando il cosiddetto social lending che, in un certo senso, concettualmente funziona come aveva ipotizzato il responsabile delle vendite citato da dvds.
    Ovviamente se l'oggetto dello scambio sono i soldi è più facile mettere in piedi e far funzionare un sistema simile rispetto alla compravendita di merci.

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