No, non parlo di uova pasquali.
Ieri su repubblica (cartacea) è apparso un articolo in cui vengono descritte le varie tipologie di allevamento delle galline ovaiole. Ebbene, gli allevamenti più diffusi sono quelli in gabbia, in batterie... e fin qui... diciamo che lo immaginavo.
Quello che non immaginavo è:
- dimensione della gabbia: meno di un foglio A4, 40 cm di altezza;
- il primo giorno di vita fanno la vaccinazione, al settimo giorno tagliano il becco (perché l'animale impazzisce e col becco si mangerebbe da sola), al 5° mese inizia a fare le uova, circa una al giorno, al 18° mese viene venduta ai macelli, a 0.25 € / kg.
Bella vita del cavolo che fanno queste galline (gli allevamenti hanno circa 80.000 esemplari stoccati in un singolo magazzino).
Poi leggendo oltre si scopre che oltre agli allevamenti intensivi ci sono anche quelli all'aperto o nei capannoni ma a terra, o quelli biologici.
Come scoprire la provenienza delle uova? Ci sono dei codici stampati sopra le uova stesse. Per la cronaca:
- 0 allevamento biologico
- 1 allevamento all'aperto
- 2 allevamento in capannoni, ma a terra
- 3 allevamento in gabbia.
Personalmente mi premurerò di scegliere d'ora in poi solo uova di tipo 0 o 1, pur essendo consapevole che l'industria alimentare continuerà ad usare le uova di allevamento in gabbia... (se non erro l'industria alimentare utilizza le uova non destinate al mercato umano... uova molto vecchie, ma questa è un'altra storia).
Insomma, non è voler essere animalisti ad ogni costo, ma sfruttare una bestia in questo modo (che poi la gallina in gabbia si ammala anche di osteoporosi dato che non si muove) mi sembra eccessivo.