sono cresciuta in montagna e ho sempre sentito dire che la montagna lega le persone, appiattisce le differenze e rende in qualche modo "fratelli d'avventura" (ok, passatemi la retorica) e se questo succede per i "piccoli monti" che frequento io, mi sarebbe sembrato logico che ancor di piu' valesse per le grandi montagne
invece prima sfogliando repubblica mi sono imbattuta in questa notizia:
ora, al di la' della stranezza che al giorno d'oggi riescano a dare una risposta a un mistero che vede ormai sepolti meta' degli attori coinvolti (non stiamo parlando di dna da analizzare, voglio dire), dove sarebbe stato piu' logico dirimerla a suo tempo sentendo tutte le campane, cosa puo' aver portato chi ha mentito a farlo?IL CASO è chiuso. Aveva ragione Bonatti. 54 anni dopo, pressoché un primato, esiste una verità ufficiale sulla prima salita al K2. Bonatti riabilitato, non sfruttò l'ossigeno delle bombole che aveva portato in quota a Compagnoni e Lacedelli. I vincitori lo respirarono fino alla vetta.
forse che l'altitudine e la situazione estrema ha sballato la percezione delle persone e da li' un qui-pro-quo che ha portato alpinisti che hanno condiviso un'esperienza molto particolare a non rivolgersi la parola per mezzo secolo?
o forse qualcos'altro? voglia di protagonismo? voglia di fare deliberatamente del male a 'sto tizio per qualche ragione che sanno solo loro? a me quest'ultima ipotesi pare irreale! non so, non capisco: voi che ne pensate? io propendo per l'alterazione della percezione