Un "vero e proprio attentato, rispetto al quale preliminarmente intendo investire il Capo dello Stato quale presidente del Csm". Clemente Mastella accoglie così la notizia dell'archiviazione della sua posizione nell'ambito dell'inchiesta Why Not perché non vi sarebbero stati gli elementi per iscriverlo nel registro degli indagati. "Se così è - aggiunge Mastella - si tratta di un fatto gravissimo, fuori da ogni principio di legalità".
"Un vero e proprio attentato a libertà e prerogative costituzionalmente riconosciute" prosegue Clemente Mastella che ha anche annunciato di aver dato mandato ai suoi legali ''di valutare tutte le possibili azioni giudiziarie e amministrative a tutela della mia persona e per chiedere il risarcimento dei danni a chi ha lavorato, sul piano giudiziario, sul piano mediatico e su quello politico, per la mia eliminazione politica''.
L'ex guardasigilli ritiene "irreparabile" il danno arrecatogli dalla vicenda giudiziaria in cui è stato coinvolto: "I responsabili devono vergognarsi moralmente avendo costruito un vero e proprio linciaggio su di un fatto che non c'è mai stato e che loro sapevano che non c'era. Mi chiedo - ha concluso Mastella - quanto danaro pubblico, quante trasmissioni sulla tv di Stato, quante paginate di giornale si sono consumate sulla base di una mia responsabilità che non esisteva. E si tenga conto che vittima di questa campagna d'odio era il ministro della Giustizia nell'esercizio delle sue funzioni istituzionali''.
Mastella si dice "ovviamente soddisfatto ma mi chiedo, ancora una volta, chi ripagherà me, la mia famiglia e il mio partito del fango che per mesi mi è stato gettato addosso, con una cagnara mediatica senza precedenti e con fotografi piazzati ad arte solo per colpire me". Secondo l'ex Ministro della Giustizia "risulta evidente il disegno, riuscito in parte, di allontanarmi dalla politica. In tutto questo squallore un solo elemento positivo: la giustizia, anche se lenta, fa doverosamente il suo corso e alla fine, se sei una persona perbene, ed io lo sono, ti dà ragione. Meglio tardi che mai".