Il film di Marc Forster, tratto dall’osannato omonimo romanzo di Khaled Hosseini, ha alcuni meriti indiscutibili: raccontare un mondo (l’Afghanistan) e la sua storia a molti di noi semisconosciuta attraverso la splendida amicizia di due bambini afgani di diversa etnia; mostrarci usi e tradizioni del popolo afghano, per alcuni versi non distanti dalle tradizioni del nostro Sud di non molto tempo fa; riempirci gli occhi delle splendide immagini di quelle terre lontane, dominate da montagne altissime eternamente innevate.
Il film è fin troppo fedele nelle linee generali alla trama del libro, e questo purtroppo risulta essere un difetto, visto che appare un po’ piatto, a tratti quasi scolastico, e per ovvie questioni di sintesi (ma anche per palesi carenze di sceneggiatura), non riesce a caratterizzare a fondo i personaggi né a trasmettere tutte quelle emozioni che suscita la lettura del libro.
Tuttavia, rispetto a tanti brutti film che arrivano sugli schermi, questo almeno racconta una grande storia, una storia di sentimenti umani aliena rispetto al nostro modo di pensare e di vivere, ma alla quale ci legano i valori universali di tutti gli uomini.
Globale *** (forse un po’ generoso)