Originariamente inviato da magnus
Oggi sappiamo grazie alla fisica del '900 che ha posto questioni epistemologiche rilevanti sul modo di pensare modernamente l'aldilà, che la cosiddetta materia è solo un punto di vista sulla realtà, infatti esiste un altro punto di vista altrettanto vero per cui il reale è costituito da onde.
Come asserì lo scienziato Niels Bohr dipende dall'atteggiamento dell'osservatore se la natura della realtà è corpuscolare o ondulatoria e nello stesso tempo asserisce sempre il fisico quantistico svedese l'atteggiamento dell'osservatore non è ininfluente sulla realtà come invece asseriva il metodo scientifico classico cioè oggettivista e meccanicista, ma esso stesso, il punto di vista dell'osservatore, determina la natura della realtà.
Lo psicoanalista Carl Gustav Jung poggiava proprio su queste considerazioni epistemologiche da lui sviluppate nel concetto di sincronicità quanto egli andò asserendo sulla realtà dell'aldilà.
Nel 1985 ancora una volta una psicoanalista, una delle ultime allieve di Jung, Marie-Louise von Franz ritorna sull'argomento dichiarando che la nozione elaborata da Jung di sincronicità che permette la convergenza delle scienze psicologiche con le nuove prospettive aperte dalla fisica moderna fa sì che:
« ...si impone l'idea che i due mondi, della materia e della psyche potrebbero essere qualcosa di più che due dimensioni dalle leggi simili, ma potrebbero formare un Tutto psicofisico. Ciò vuol dire che il fisico e lo psicologo osserverebbero effettivamente uno stesso mondo attraverso due canali differenti. Questo mondo si presenterebbe, se lo si osserva dall'esterno, come "materiale", e, se lo si osserva per introspezione, come "psichico". In sé e per sé probabilmente non sarebbe né psichico né materiale, ma completamente trascendente »
("La sincronicità, l'anima e la scienza. Esiste un ordine casuale?" di autori vari, 1985)