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Il presidente del Consiglio in partenza per il consiglio a Bruxelles
Messaggio alla Lega: "Approveremo il testo, l'Irlanda dia una soluzione"
Berlusconi: "Sì al Trattato
ma l'Europa deve cambiare"
Berlusconi: "Sì al Trattato ma l'Europa deve cambiare"
Silvio Berlusconi
ROMA - Rispetto a due anni fa, quando l'ha lasciata da premier, la vede "senza smalto". Per questo, tuona, ha bisogno di un "drizzone" . E a darglielo, assicura, sarà lui. "L'Europa è arretrata e io vado a ricostruirla " scandisce Silvio Berlusconi davanti alla platea di Confcommercio. In partenza per il consiglio dei ministri che si terrà tra poche ore a Bruxelles, il premier striglia l'Unione europea, attacca le continue esternazioni dei commissari, si dice pronto a scendere in campo per far cambiare rotta alla Ue. E manda un secco messaggio alla Lega: il Trattato di Lisbona non si tocca. "L' indicazione del governo sarà quella di approvare il trattato di Lisbona "da parte di tutti e 26 i Paesi che restano, oltre l'Islanda. Il ventisettesimo, l'Irlanda, dovrà dare una sua soluzione" dice il premier. Toni opposti da quelli usati dal Carroccio che si era affrettato a scandire il de profundis del Trattato. "E' da stracciare aveva tuonato" il leghista Calderoli. "Si va avanti" ribatte il presidente del Consiglio.
Dunque Berlusconi, dopo due anni, torna in Europa. Ma quello che vede davanti è uno scenario diverso. Non ci sono più Tony Blair, Aznar, Chirac. "Con il cambio di nomi l'Europa ha perso personalità, protagonismo e ha fatto dei passi indietro" continua il premier.
Che rilancia le critiche mosse più volte alle istituzioni comunitarie per quel che riguarda l'assenza di una comune politica di difesa, per l'assenza di accordo con i paesi rivieraschi del mediterraneo sui rimpatri, la mancanza di una politica energetica che lascia spazio "a speculazioni terribili sulle materie prime". Insomma, ripete Berlusconi, l'Unione europea "ha bisogno di un drizzone". E nel mirino finiscono anche le "continue esternazioni" di vari commissari europei che "danno davvero un gran da fare a tutti i ministri di tutti gli stati".
Un accenno finale alla manovra economica approvata ieri dal governo che è "innovativa e straordinaria". "Durerà tre anni per non accumulare deficit e dovremmo arrivare al 2011 senza alcun deficit" promette il premier.
(19 giugno 2008)