Giustizia ingiusta. Ghanese si stende sui binari: ammanettato, processato e condannato per interruzione di pubblico servizio. Ma non accade ogni giorno nelle città italiane?
Una notizia di routine. L’abbiamo “passata” senza farci caso, ma con il trascorrere dei giorni è “cresciuta”, ha reclamato attenzione, ha preteso riflessione e ragionamento. Capita con i discorsi che si fanno, con gli eventi cui ci capita di assistere. Con la notizia accade di rado, perché una volta sistemata nella pagina e valutata, viene abbandonata al suo destino.
L’informazione non ha riguardi per niente e nessuno.
Regala l’oblio a ciò che ha riempito le cronache in un baleno, essa seppellisce ogni cosa, come le dune di sabbia che “camminano” insieme alla storia e ne socchiudono per secoli le pagine.Lunga premessa, ma necessaria.
Stavolta non è andata così.
La notizia di routine, ingiustamente trascurata, merita un ingresso da soubrette del varietà: le scale, le piume, il motivetto ruffiano, i boys. Bisogna risarcirla della modesta attenzione che gli è stata riservata quando è arrivata sul tavolo della redazione.
Ecco che cosa è capitato ed è passato inosservato.
Il giudice monocratico ha condannato a nove mesi di reclusione, pena sospesa, per resistenza a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio, Kwame Frimpong, 40 anni, ghanese.
L'uomo, processato per direttissima, è stato arrestato a Lascari (Palermo).
Il ghanese si era disteso sui binari della ferrovia bloccando così la circolazione dei treni. Non abbiamo alcuna informazione sulla resistenza opposta ai tutori dell’ordine né sui motivi che hanno suggerito all’aspirante suicida un gesto così clamoroso. Ma di una cosa siamo certi, non è certamente il primo minacciare il suicidio o intralciare la circolazione dei mezzi pubblici.
C’è chi sale sul tetto di un grattacielo, chi su una gru e ci sta per giorni E chi se ne sta in bilico sul cornicione di una casa al decimo piano per richiamare l’attenzione della gente sulla sua condizione disperata. Perché di una condizione disperata deve trattarsi, altrimenti non ci si distende sui binari in attesa del treno-Senza una motivazione forte, ci troveremmo davanti ad un caso di follia. Il ghanese sarebbe olo un poveretto fuori di testa e, quindi, invece che condannarlo, andrebbe assistito, curato e, possibilmente guarito.
Ma è un’ipotesi che dobbiamo scartare, visto che non è stata presa in considerazione da alcuno. Il fatto che non si sappia niente del “movente”, lascia supporre che non si sia ritenuto di qualche interesse scoprirlo; il fatto è tutto qui: il ghanese s’è adagiato sui binari, da dove è stato prelevato, ammanettato, processato e condannato.
Il signor Kwame Frimpong, di 40 anni, ha subito un trattamento pressocché unico: chi sale su una gru o se ne sta su un cornicione e minaccia di buttarsi giù, viene circondato di cure, attenzioni, e c’è sempre qualcuno che si prende la responsabilità di strapparlo alla sua volontà. Il ghanese no, ha ricevuto le manette come un delinquente incallito.
Perché clandestino?? Perché non ha saputo spiegare la ragione del gesto? Perché la causa era futile? Perché il treno si è dovuto fermare a pochi metri da lui per qualche minuto? E chi lo sa: certo è che sui treni che sono stoppati da manifestanti, sulle strade chiuse al traffico da che ha perso il lavoro, non ha ricevuto lo stipendio o ha subito il licenziamento c’è una casistica lunga quanto i giorni dell’anno.
E’ routine. Il ghanese, solo lui, ha interrotto un pubblico servizio.
E che cosa fanno i manifestanti nelle arterie principali di Palermo, quando impediscono agli autobus del servizio pubblico di transitare? Il più delle volte poliziotti, carabinieri e finanzieri si limitano a sorvegliare gli eventi, ad evitare che i cittadini danneggiati dalla protesta litighino con i manifestanti. Non intervengono quasi mai perché così gli viene ordinato di fare. Altro che manette, istruttoria e processo.
Già, c’è l’obbligatorietà dell’azione penale.
Quando un ufficiale di polizia giudiziaria è testimone di una trasgressione della legge – un crimine, un delitto, un reato qualsiasi – non può che intervenire per impedirlo o denunciare il fatto. E il magistrato, cui viene riferito il reato commesso, non può che svolgere l’azione penale, cioè istruire il processo.
Giusto, ma quante volte questo avviene? L’obbligatorietà dell’azione penale sta all’amministrazione della giustizia come il bisogno di qualcosa al suo appagamento. I cittadini hanno diritto ad ottenere giustizia ed il dovere di rispettarla.
Chi amministra giustizia non può sottrarsi dall’amministrarla, altrimenti –a sua volta – commette un reato, che si chiama “omissione”. Che si trova nel codice penale al solo scopo di segnalare la necessità di amministrare giustizia.
Certo, gli amministratori pubblici vengono perseguiti per il peccato di non fare, ma non è mai capitato che l’omissione del pubblico ufficiale o del magistrato divenga notizia di reato, quando qualcuno sale su una gru perché ha perso il posto di lavoro o sua moglie se n’è andata via di casa scatta un moto di solidarietà.
Ci si immedesima e si aiuta il poveretto ad uscire dall’ingorgo esistenziale.Insomma, il signor Kwame Frimpong, piuttosto scuro di carnagione, è l’unico essere umano che a Palermo, a memoria nostra, non abbia usufruito della consuetudine all’omissione per ragioni umanitarie.
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mi sono un @rghito
però questa notizia mi ha colpito
qui nella mia città gli lsu bloccano le vie principali, rovesciano i cassonetti, fanno danni vari
ed uno era salito sopra un camion che portava benzina, per aprire il rimorchio e farlo saltare in aria
gli danno l'aumento di stipendio senza l'obbligo di lavorare, anzi aggiungono un bonus se lavorano una certa percentuale di ore rispetto al contratto
questo qua prova a buttarsi sotto un treno, ed invece di vedere che succede, viene processato e condannato per direttissima
non ha importanza se poi lo rifà di nuovo, casomai se si arriva in tempo lo si riblocca e si condanna di nuovo
dopotutto di clandestini ne muoiono ogni giorno tanti
oramai anche al sud c'è la stessa merda della lega