Originariamente inviato da wsim
Lo dico subito.
Come qualcuno avrà già notato, la pubblicità di questo film lo accosta ad “Arancia meccanica”.
Beh, quella pubblicità è una stronzata, qui siamo totalmente lontani dalla complessa lettura kubrickiana a sfondo sociale sull’istituzione della violenza.
Questo è più banalmente un thriller (remake dell’omonimo dello stesso regista) che ha per trama lo sconvolgente incontro tra una famigliola in vacanza e due ragazzi-bene, biancovestiti ed apparentemente estremamente educati.
Tuttavia lo svolgimento del tema da parte del regista Haneke è piuttosto interessante.
Come già il titolo suggerisce, “Funny games” è un film che si mostra come un gioco su più piani di lettura. Il gioco crudelmente divertente che i due ragazzi-bene intraprendono viene infatti ribaltato dal regista sugli spettatori, sia “giocando” (altrettanto crudelmente) con le nostre aspettative di una soluzione positiva a una situazione che sullo schermo si fa via via più angosciante, sia affidando al più carismatico dei due giovanotti il compito di coinvolgerci direttamente, e infatti più volte egli si rivolgerà alla platea con tono ammiccante.
In sostanza, il regista non ci vuole più semplici consumatori di violenza quotidiana da poltrona, (anche televisiva) comunque passivi ed impotenti, quasi annoiati, ci vuole protagonisti, vuol farci pesare, sentire, provare, annusare quella violenza.
Anche rompendo ogni schema.
***1/2