Il petrolio scende, la benzina no
I consumatori: quotazioni giù del 20%, prezzi ridotti solo del 5%
MILANO — Molti, tra gli automobilisti, lo pensano. Tutti, tra gli addetti ai lavori, lo negano. Ma adesso, dal fronte dei distributori, qualcuno ha aperto una breccia.
Che dietro alla solita doppia velocità dell’andamento dei prezzi di petrolio e di carburanti, questa volta si possa nascondere la novità dell’estate 2008, la Robin tax (pensata per colpire gli extraprofitti delle compagnie petrolifere ma con il forte rischio che possa essere trasferita dalle stesse compagnie sui prezzi finali al consumatore), è un dubbio che adesso sta prendendo sempre più consistenza e sta contagiando un numero crescente di persone.
La questione, cifre alla mano, non è poi così complicata: in tre mesi il prezzo del barile di petrolio è crollato da 147 dollari (147,27 dollari l’11 luglio) a meno di 120 dollari (119,17 dollari ieri a New York), in pratica il 19,3% in meno; il prezzo della benzina, invece, è diminuito solo del 5%, denunciano le associazioni dei consumatori. Adoc, Adusbef e Federconsumatori in testa. Con il Codacons che oltre a lanciare accuse contro le compagnie («il prezzo dei carburanti dovrebbe calare immediatamente del 15%») chiede un intervento del governo e dell’Antitrust.
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