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Discussione: [poesia]rondini

  1. #1
    Utente di HTML.it L'avatar di lookha
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    [poesia]rondini

    è ufficialmente una delle poesie che più mi piacciono (in spagnolo poi, è veramente molto bella).
    E voi?
    che poesie veramente vi toccano il cu...ore?


    Torneranno le scure rondini
    e nel tuo balcone i nidi appenderanno,
    e un'altra volta con l'ala sui vetri
    per gioco chiameranno;
    ma quelle che il volo raffrenavano,
    e la tua bellezza e la mia gioia contemplavano;
    quelle che impararono i nostri nomi,
    quelle...non torneranno!

    Torneranno le folte madreselve
    e del tuo giardino le mura scaleranno,
    e ancora una volta di sera, sempre più belli,
    i loro fiori si apriranno;
    ma quelle tempestate di rugiada,
    le cui gocce guardavamo mentre tremavano
    e cadevano come lacrime del giorno...,
    quelle...non torneranno!

    Torneranno dell'amore nelle tue orecchie
    le parole ardenti a risuonare;
    il tuo cuore dal suo profondo sonno
    si potrà forse risvegliare;
    ma muto e assorto e inginocchiato;
    come si adora Dio sull'altare,
    come io ti ho amato..., disingannati:
    così, nessuno ti amerà!


    Gustavo Adolfo Bécquer, Volverán las oscuras golondrinas.

  2. #2
    E' bello in discoteca
    assieme alla sbarbina
    provar l'ebbrezza
    della dolce, bianca farina

    (Margerin - Lucien)

    Non immagini quanto ci abbia pianto
    Più la si cerca e più si allontana, la base dell'arcobaleno.
    foto

  3. #3

    Re: [poesia]rondini

    Originariamente inviato da lookha
    è ufficialmente una delle poesie che più mi piacciono (in spagnolo poi, è veramente molto bella).
    E voi?
    che poesie veramente vi toccano il cu...ore?


    Torneranno le scure rondini
    e nel tuo balcone i nidi appenderanno,
    e un'altra volta con l'ala sui vetri...

    PEM PEM PEM

    in polenda finiranno
    e gran sollazzo mi daranno.

    Ocerusico Adolfo Bécquer, Volverán las oscuras golondrinas in polenda.
    Bellissima

  4. #4
    Di quando ero bambina - e quindi che mi commuovono soprattutto per le sensazioni cui mi riportano - mi ricordo recitate da mia nonna Pianto antico di Carducci e La cavallina storna di Pascoli. Sì, mia nonna aveva talento per la tragedia. Le mie prime favole sono state L'Odissea e la trama de La Traviata (quando arrivava al punto in cui Alfredo tira i soldi in faccia a Violetta mi chiedevo ogni volta che diavolo c'entrasse, ho capito solo molto dopo; ma sto divagando).

    Oggi come oggi, avendone lette un po' di più, posso dire che quelle che mi "arrivano" di più sono quelle di Sandro Penna.
    «Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, la pietra che ha cambiato posto.»

  5. #5
    Candele di C. Kavafis

    Stanno i giorni futuri innanzi a noi
    come una fila di candele accese,
    dorate, calde e vivide.

    Restano indietro i giorni del passato,
    penosa riga di candele spente:
    le più vicine danno fumo ancora,
    fredde, disfatte, e storte.

    Non le voglio vedere: m'accora il loro aspetto,
    la memoria m'accora il loro antico lume.
    E guardo avanti le candele accese.

    Non mi voglio voltare, ch'io non scorga, in un brivido,
    come s'allunga presto la tenebrosa riga,
    come crescono presto le mie candele spente.


  6. #6
    Le passanti - Antoine Pol

    Io dedico questa canzone
    ad ogni donna pensata come amore
    in un attimo di libertà
    a quella conosciuta appena
    non c'era tempo e valeva la pena
    di perderci un secolo in più.

    A quella quasi da immaginare
    tanto di fretta l'hai vista passare
    dal balcone a un segreto più in là
    e ti piace ricordarne il sorriso
    che non ti ha fatto e che tu le hai deciso
    in un vuoto di felicità.

    Alla compagna di viaggio
    i suoi occhi il più bel paesaggio
    fan sembrare più corto il cammino
    e magari sei l'unico a capirla
    e la fai scendere senza seguirla
    senza averle sfiorato la mano.

    A quelle che sono già prese
    e che vivendo delle ore deluse
    con un uomo ormai troppo cambiato
    ti hanno lasciato, inutile pazzia,
    vedere il fondo della malinconia
    di un avvenire disperato.

    Immagini care per qualche istante
    sarete presto una folla distante
    scavalcate da un ricordo più vicino
    per poco che la felicità ritorni
    è molto raro che ci si ricordi
    degli episodi del cammino.

    Ma se la vita smette di aiutarti
    è più difficile dimenticarti
    di quelle felicità intraviste
    dei baci che non si è osato dare
    delle occasioni lasciate ad aspettare
    degli occhi mai più rivisti.

    Allora nei momenti di solitudine
    quando il rimpianto diventa abitudine,
    una maniera di viversi insieme,
    si piangono le labbra assenti
    di tutte le belle passanti
    che non siamo riusciti a trattenere.

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