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  1. #1

    L'insoddisfazione dell'emigrante

    Questo autunno pensavo di andare a vivere e lavorare all'estero (non so bene dove, ma io parlo solo inglese oltre l'italiano). Però vedo che non sempre si è così soddisfatti. Ho fatto una ricerca in questo forum e vedo emigranti in spagna che vogliono andare in inghiterra (mosquito), emigranti inglesi che vogliono andare in spagna (miki), emigranti irlandesi che vogliono andare a londra (l'irlandese), etc.
    Ma perchè siete così insoddisfatti? Cosa impedisce di trasferirsi definitivamente all'estero? Di solito le persone che conosco hanno resistito 1 o 2 anni e poi sono tornati in italia...
    Manca la lasagna della mamma?

  2. #2
    Si, ma ci sono anche utenti come Bea_Bea!!!


  3. #3
    Originariamente inviato da marco@linuxbox
    Si, ma ci sono anche utenti come Bea_Bea!!!

    chi è? :master:

  4. #4
    Originariamente inviato da Mitocondrio
    chi è? :master:
    una simpatica comeun dito ar cu!!

  5. #5
    Originariamente inviato da marco@linuxbox
    una simpatica comeun dito ar cu!!


    ho fatto una ricerca, ma questa tipa è un mito! non scrive più da queste parti?
    http://forum.html.it/forum/showthrea...readid=1075908
    http://forum.html.it/forum/showthrea...readid=1107345
    http://forum.html.it/forum/showthrea...readid=1089210

    eppoi grande in firma!

  6. #6
    Utente di HTML.it
    Registrato dal
    Feb 2005
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    1,150

    Re: L'insoddisfazione dell'emigrante

    Originariamente inviato da Mitocondrio
    Questo autunno pensavo di andare a vivere e lavorare all'estero (non so bene dove, ma io parlo solo inglese oltre l'italiano). Però vedo che non sempre si è così soddisfatti. Ho fatto una ricerca in questo forum e vedo emigranti in spagna che vogliono andare in inghiterra (mosquito), emigranti inglesi che vogliono andare in spagna (miki), emigranti irlandesi che vogliono andare a londra (l'irlandese), etc.
    Ma perchè siete così insoddisfatti? Cosa impedisce di trasferirsi definitivamente all'estero? Di solito le persone che conosco hanno resistito 1 o 2 anni e poi sono tornati in italia...
    Manca la lasagna della mamma?
    La dipartita verso le "fumose" terre londinesi, non dipende da l'insoddisfazione di vivere qui a Madrid. I motivi sono altri.

    Comunque, nella tua ricerca hai dimenticato DydBoy, Looka, Kiz, e tanti altri che credo non abbiano alcuna intenzione di tornare in terra natia. E se ci tornano è perchè non hanno la possibilità di rimanere dove sono ora.

    Ah, dimenticavo la sanmarinese... lei non ce la vogliono in Italia

  7. #7
    Utente di HTML.it L'avatar di TeoB
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    592
    Io vivo fuori dall'italia da 4 anni ormai. Ho fatto l'ultimo anno di università in Belgio, poi mi sono spostato in Svizzera, ho iniziato a ginevra, ora sono a berna, e penso che tra un annetto mi ritroveró nei pressi di losanna

    Di tornare in italia non se ne parla lavorativamente (sono ricercatore), l'unica cosa che ogni tanto mi pesa un po' è la lontananza dai genitori e da mio fratello. Non tanto perchè le lasagne di mia mamma sono buonissime, ma piú per un fatto affettivo o di utilità.

  8. #8
    Se proprio c'è una cosa che non mi manca è la famiglia, da quando mi sono allontanato da essa.
    Più la si cerca e più si allontana, la base dell'arcobaleno.
    foto

  9. #9
    Utente di HTML.it L'avatar di lookha
    Registrato dal
    Nov 2003
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    14

    Re: L'insoddisfazione dell'emigrante

    Originariamente inviato da Mitocondrio
    Questo autunno pensavo di andare a vivere e lavorare all'estero (non so bene dove, ma io parlo solo inglese oltre l'italiano). Però vedo che non sempre si è così soddisfatti. Ho fatto una ricerca in questo forum e vedo emigranti in spagna che vogliono andare in inghiterra (mosquito), emigranti inglesi che vogliono andare in spagna (miki), emigranti irlandesi che vogliono andare a londra (l'irlandese), etc.
    Ma perchè siete così insoddisfatti? Cosa impedisce di trasferirsi definitivamente all'estero? Di solito le persone che conosco hanno resistito 1 o 2 anni e poi sono tornati in italia...
    Manca la lasagna della mamma?
    L'emigrare è, oltre ad una scelta con impatto sulla professione, una decisione che ha un forte impatto sulle emozioni. Per questo l'emigrante è soggetto a prove come la lontananza dalla famiglia, dagli amici, da una cultura comune, da un passato condiviso, i parametri di socializzazione possono essere diversi, un periodo di adattamento obbligatorio che non sempre è rose e fiori...
    questo solo per cominciare, cioè quando emigri passi per forza di cose attraverso tutte queste prove. È un periodo di adattamento.
    Poi dopo un po' di tempo entra in ballo la visione del futuro: continui a vivere il presente ma cominci a chiederti cosa ci fai in questo paese, cosa vuoi fare della tua vita, se vuoi essere un perenne straniero in questo paese o metterti in gioco e cercare di competere con la gente del posto, se hai più possibilità di prosperare in Italia o qui...
    E la risposta a questa domanda non sempre è scontata.

    Emigrare è un processo lungo e sicuramente doloroso, e quanto più lontano è il paese in cui si va (culturalmente e geograficamente) le cose si complicano.
    Per questo, quando si parla di emigranti che vengono in Italia, bisognerebbe ricordarsi un po' di più di cosa vuol dire emigrare.

    L'Italia da sempre è un paese di viaggiatori e emigranti, non vedo quindi dov'è il problema dell'insoddisfazione: credo che son più quelli che son rimasti fuori che quelli che son tornati.

  10. #10
    Utente di HTML.it L'avatar di spqr
    Registrato dal
    Aug 2002
    Messaggi
    978
    Anche io spesso prendo in considerazione l'idea di emigrare per studio e futuro lavoro.
    Oltre a tutto quello che hanno giustamente (almeno credo) detto i nosti emigrati del forum, a me metterebbe pensiero soprattutto la "preparazione": iniziare a prendere contatti, decidere dove andare e con quali criteri, la sistemazione etc...
    Questo è il primo scoglio da superare e forse il motivo per il quale persone intenzionate ad emigrare poi non si sposteranno mai: io temo di riconoscermi in questo modello, purtroppo.
    "Guardateli i credenti di tutte le religioni! Chi odiano essi più di ogni altro? Colui che spezza le lor tavole dei valori, il violatore, il corruttore. Ma questi è colui che crea." Nietzsche

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