Ho avuto un'avventura poco piacevole, chiaramente molto meno peggiore di tanti casi importanti, però...
a dicembre ho avuto una prima colica addominale, risolta in pronto soccorso con antidolorifici e chimiche varie, poi me ne sono venute altre. Alla terza, agli inizi di giugno, un dottore illuminato da non so quale santo decide di farmi una ecografia e scopre un bel calcolazzo dal diametro di un centimetro che posizionato tra il rene e la vescica non permetteva l'evacuazione dell'urina. Questa situazione è parecchio pericolosa in quanto se l'urina non fuoriesce il rene si gonfia e rischia di andare in infezione, se questo accade può essere necessaria la sua rimozione.
Vista la situazione mi ricoverano e mi inseriscono un tubicino (stent) tra il rene e la vescica per far defluire l'urina. Per quanto possa essere scomodo avere dentro un corpo estraneo devo ammettere che la cosa funzionava in attesa della rimozione del calcolo prevista per metà agosto.
Purtoppo dopo due settimane le cose sono precipitate, ho iniziato ad urinare sangue, ed ho avuto un'altra colica che non sarebbe dovuta accadere.
Fatti i raggi per verificare la posizione dello stent il primario sosteneva che era tutto a posto e che il mio dolore era normale. Io insistevo che secondo me c'era qualcosa che non andava e ho richiesto di fare qualcosa, ma inutilmente, il primario non voleva sentire ragioni, per lui era tutto a posto.
La situazione stava peggiorando di giorno in giorno, ormai era luglio e capivo che fino ad agosto non arrivavo indenne, allora il mio medico curante mi ha mandato in un'altro ospedale da un urologo di sua fiducia. Questo appena visto la stessa lastra, quella che l'altro sosteneva essere a posto, è rimasto esterefatto perchè lo stent era delocalizzato e mi stava facendo danni, mi ha ricoverato d'urgenza e in quattro e quatrotto ha tolto stent e calcolo.
Dal giorno dopo ero come nuovo.
Possibile che un primario di chirurgia non si sia accorto che quel tubo non era al suo posto? Oppure aveva paura che non fosse stato inserito correttamente e non voleva ammetterlo?
O peggio ancora è talmente ignorante che non lo sapeva?
Io sono il primo ad ammettere che errare è umano, anche per un dottore, ma almeno un po' di sincerità e di responsabilità, cosa gli costava ammettere la situazione e risolvere subito la cosa invece di farmi correre il rischio di perdere un rene?
Adesso sono indeciso se lasciar perdere la cosa oppure andare in ospedale e piantare un casino.
cosa mi consigliate?