Ciao, ho trovato in rete questo articolo, e volevo proporlo come stimolo per una discussione tra esperti di reti informatiche:
L'informatica e l'11 settembre
Vari esperti di informatica stanno dedicandosi all'11 settembre, l'evento che sta alla radice dell'attuale situazione politica e militare internazionale
Jim Hoffman, ingegnere informatico, i cui lavori sulla visualizzazione scientifica e le superfici minime sono stati pubblicati su riviste di alto prestigio internazionale, come “Scientific American” e su “Nature”, è noto anche come uno dei maggiori esperti di 11 settembre. Nel suo libro Waking Up From Our Nightmare egli fu uno dei primi studiosi americani a proporre serie domande sulla versione ufficiale dell’11 settembre. Nel suo sito wtc7.net e nel suo video “9/11 Guilt”, Hoffman si dedica a un’analisi dei crolli delle torri del World Trade Center e delle indagini condotte dal NIST (il National Institute of Science and Technology). Hoffman sostiene che i terroristi, chiunque essi siano, hanno prodotto nei grattacieli crolli non tanto tramite gli aerei, quanto tramite demolizioni controllate. In Italia, un esperto di informatica svizzero, Paolo Attivissimo, è noto come un altro navigato scrittore sull’11 settembre, nei suoi siti web, di cui ricordiamo undicisettembre.blogspot.com. Se Hoffman si è dimostrato un aspro critico di alcune teorie cospirative (come la teoria dell’aereo inesistente sul Pentagono) e invece ne ha avallato altre, Attivissimo offre una critica a 360 gradi delle teorie cospirative non ufficiali. Le ricerche sue e di altri autorevoli studiosi vicini al mondo dell’informatica, come Piergiorgio Odifreddi, sono state pubblicate sul libro La cospirazione impossibile, che la Piemme ha pubblicato nel settembre 2007, insieme a un libro di segno opposto, che avanza l’ipotesi di una cospirazione interna agli Stati Uniti: Zero, a cura di Giulietto Chiesa. Nel frattempo è uscito anche un nuovo controverso volume di oltre 600 pagine, La fabbrica del terrore. Made in USA (Arianna), del newyorkese Webster Tarpley, che ha ricevuto attestati di stima in Europa da Andreas Von Bülow, ex ministro tedesco che fece parte del Parlamentarischer Kontrollausschuss, il comitato parlamentare tedesco sui servizi segreti. Ma Tarpley con il suo libro si è guadagnato la stima anche di molti americani, e, sorprendentemente, persino quella di repubblicani irriducibili come Robert Steele, ex membro della CIA e ufficiale dei Marines. Tarpley nel suo libro pone questioni particolarmente interessanti anche dal punto di vista informatico: come hanno fatto i terroristi a sapere in anticipo che l’11/9 era anche il giorno a più alta densità di esercitazioni militari statunitensi nell’arco di mesi? E coloro che l’11/9 hanno minacciato l’Air Force One usando le parole “Angel is Next” (“ora tocca all’angelo”), come erano riusciti a ottenere la parola in codice “Angel”, che sta per l’aereo presidenziale? Al Qaeda aveva davvero le capacità di penetrare così a fondo nei sistemi informatici dell’esercito statunitense? Si riapre così anche in Italia il dibattito su quegli eventi epocali, così gravidi di conseguenze politiche e militari.