Originariamente inviato da Bugu
Sconvolti dalla classifica di Transparency International sui paesi meno corrotti, che colloca l’Italia in coda al resto d’Europa e alle spalle di mezzo Terzo Mondo, i nostri parlamentari han reagito con uno scatto d’orgoglio contro chi continua a screditare l’immagine della politica italiana nel mondo. Infatti, due giorni fa, il Senato della Repubblica ha respinto la richiesta dei giudici di Roma di autorizzare gli arresti domiciliari per il neosenatore del Pdl Nicola Di Girolamo, accusato di aver falsamente dichiarato di risiedere in Belgio per candidarsi e farsi eleggere nel collegio degli italiani all’estero, mentre in realtà non s’è mai mosso dall’Italia. Gravi i reati contestati: false dichiarazioni, falso ideologico, abuso d'ufficio. Gravissime le conseguenze della sua condotta: Di Girolamo, se fossero provate le accuse, sarebbe un senatore abusivo che ha truffato i suoi elettori e non dovrebbe sedere a Palazzo Madama un minuto di più.
Consci della sua pesantissima posizione, i colleghi di casta, anzi di cosca, han pensato bene di coprirlo e salvarlo con la consueta maggioranza trasversale Pd-Pdl-Lega-Udc e la solita eccezione dell’Italia dei Valori (“Ancora una volta il Parlamento difende la Casta”, ha commentato il dipietrista Luigi Ligotti). Un plebiscito a favore dell’arrestando: 204 no ai giudici, 43 sì (Idv più alcuni cani sciolti). Così Di Girolamo resta non solo a piede libero, ma pure in Senato. Tutto è bene quel che finisce bene. Dopodiché Veltroni se la prende con Grillo perché non si parla più di Casta: potrebbe parlarne lui, possibilmente dopo averne fatto uscire i suoi con le mani alzate.