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GIOIA TAURO (REGGIO CALABRIA) - Un'operazione della polizia eseguita nelle prime ore del giorno ha portato all'arresto di due esponenti di vertice della cosca Piromalli di Gioia Tauro, una delle più potenti della 'ndrangheta: Gioacchino Piromalli, di 64 anni, del nipote omonimo (39). Ma sono stati tratti in arresto anche alcuni esponenti politici ritenuti fiancheggiatori.
I POLITICI - In manette sono finiti il sindaco ed il vicesindaco di Gioia Tauro in carica al momento dello scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose, avvenuto nell'aprile scorso, ed il sindaco di Rosarno. Si tratta di Giorgio Dal Torrione (62 anni), l'ex vice sindaco Rosario Schiavone (32 anni) e Carlo Martelli (68 anni, sindaco di Rosarno). I tre amministratori sono accusati di concorso esterno in associazione mafiosa. Si tratta della prosecuzione dell'operazione «Cento anni di storia» che aveva decapitato i vertici della cosca Piromalli, con l'esecuzione di 18 fermi.
L'ACCUSA - I tre amministratori di Gioia Tauro e Rosarno erano indagati da alcuni mesi perché accusati di avere dato la loro disponibilità a far lavorare per i rispettivi Comuni l'avvocato Gioacchino Piromalli, di 39 anni, anche lui arrestato, dopo una condanna per associazione mafiosa, favorendo così il suo reinserimento. In realtà, secondo i magistrati della Dda di Reggio Calabria, gli amministratori avrebbero concorso al perseguimento delle finalità della 'ndrina dei Piromalli. Nell'inchiesta è indagato anche il sindaco di San Ferdinando, ma nei suoi confronti non risulta sia stato emesso alcun provvedimento.
LA VICENDA - Era stato lo stesso Gioacchino Piromalli, nipote omonimo dell'altro arrestato ritenuto uno degli elementi di vertice della cosca, a chiedere al Tribunale di sorveglianza di poter far fronte al giudizio del Tribunale di Palmi, che lo aveva condannato a un risarcimento civile di 10 milioni di euro nei confronti dei tre Comuni, lavorando, vista la sua non disponibilità economica, per conto degli Enti. Lo stesso Piromalli aveva fatto richiesta ai tre Enti e i sindaci avevano in qualche maniera dato la loro disponibilità. Alla base dell'arresto vi sarebbero, però, anche altri motivi. Dopo la notifica degli avvisi di garanzia per quella inchiesta, avvenuta alla fine del gennaio scorso, il sindaco di Gioia Tauro Giorgio Dal Torrione azzerò la giunta comunale in carica provvedendo a nominare assessori esterni. Fu allora che il suo vice sindaco, Rosario Schiavone, uscì dall'esecutivo. Pochi mesi dopo, ad aprile, il Consiglio dei ministri decise lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose al termine di una verifica avviata nel dicembre del 2007.