La guerra è una droga e questo film, diretto da Kathryn Bigelow, tenta di spiegare il perchè. E ci riesce anche.
40 giorni al fianco di un reparto di artificieri, volontari con il più alto tasso di mortalità fra le truppe stanziate in Iraq, uomini con un coraggio fuori dal comune, vite condotte sempre al limite con l'adrenalina che scorre in corcolo come la più potente delle droghe. Una storia verosimile estrapolata dai reportage di Mark Boal, giornalista embedded già autore della sceneggiatura di Nella valle di Elah, altro film che riflette sulla difficoltà di reinserimento alla vita "normale" dei soldati di ritorno dalla sporca guerra.
Taglio giornalistico, fotografia sporcata dalla sabbia di un deserto talmente alieno da sembrare marziano, con gli sminatori come astronauti. Non un grido di denuncia ma il racconto senza forzature o inutili spettacolarizzazioni della guerra vissuta giorno per giorno, sulla linea di tiro. Un film necessario e coinvolgente.