Il 6 ottobre 1970, dopo un periodo a Istanbul, un cittadino americano di nome Billy Hayes viene arrestato dalla polizia turca a causa dell'alto livello di allerta dovuto alla paura di attentati terroristici, mentre stava per volare fuori dallo stato con la sua fidanzata. Dopo essere stato trovato in possesso di diversi pacchetti di hashish attaccati sul corpo, circa 2 kg in totale, viene condannato a una pena relativamente indulgente di 4 anni e 2 mesi per possesso di droga.
Viene mandato alla prigione di Sagmalcilar dove conosce e diventa amico di altri prigionieri occidentali con i quali prepara un piano di evasione che fallisce. Nel 1974, dopo un appello dell'accusa (che sperava di convertire la condanna per possesso in una per contrabbando), la sentenza viene convertita a 30 anni imposti dalla Corte Suprema turca ad Ankara.
La sua permanenza diventa un incubo: violenze e torture fisiche e mentali si succedono una all'altra, in una prigione dove corruzione, violenza e insania la fanno da padrone. Mostruosi secondini costringono i prigionieri a sottostare alle peggiori crudeltà. Alcuni lavorano come "informatori" per conto dell'amministrazione della prigione. In preda ad un momento di follia, Billy Hayes attacca, staccandogli la lingua con un morso, uno degli informatori che ha denunciato il suo piano di fuga e accusato ingiustamente uno dei complici di Billy.
Nel 1975 dopo essere stato assegnato al centro di malattie mentali della prigione, Billy tenta nuovamente la fuga, questa volta tentando di corrompere il capo delle guardie. Finisce per ucciderlo mentre l'altro tenta di violentarlo, poi indossa una divisa da secondino e scappa uscendo dalla porta principale. Dall'epilogo si viene a sapere che nella notte del 4 ottobre 1975 Billy riesce a superare il confine greco e ad arrivare a casa 3 settimane dopo.