Premetto che ho avuto un periodo positivo da giugno a metà settembre circa, umore molto buono, socializzazione ai massimi storici dell'ultimo decennio, etc.
Ora è da un po' che mi sto rinchiudendo di nuovo in me stesso. Senza un motivo.
Potrei uscire, ma dico "mi fa fatica" e rimango in casa.
Avrei una ragazza da chiamare per uscire, ma dico "mi fa fatica" e rimango in casa (e mi sento uno stronzo...).
Il tutto mi crea un po' di (in)sani pensieri, perché non ho motivi per starmene da solo, ma non trovo le giuste motivazioni per spingermi a vivere una vita sociale in questo periodo.
Per il resto tutto ok, leggo, suono, aggeggio col pc, lavoro, mi lavo, mangio, dormo. Insomma non è depressione in quanto non applico meccanismi tipici della depressione (trascuratezza, ipersonnia, incazzosità immotivata, apatia), però mi rendo conto che così non va bene.
Solo oggi mi sono un po' risollevato parlando con una sconosciuta ungherese cliente. Ma poi appena andata via di nuovo questo grigiume maledetto.
Potrebbe essere l'aria che si respira, che non è molto sana, in Italia, ma può la situazione socio-politica influenzarmi a tal punto da evitare gli scambi con le persone? Da un punto di vista antropologico è così che funziona? Quando la società va a puttane e i valori fondamentali (giustizia, lavoro, istruzione, libertà) vengono a mancare (non prendete questa affermazione alla lettera) le persone si isolano? Non dovrebbe avvenire il contrario?
Come potrei darmi una mossa? Astenersi vari "pigiala", perché non ho voglia di vedere persone, e comunque pigiare non è certo la panacea dei mali. Qualcosa di più costruttivo possibilmente.