Dunque, leggo da Punto Informatico che la Pausini su max si è schierata contro i "downloader" che stanno uccidendo la musica. "Già un sacco di persone sono a casa". "Un cd costa € 9,99".
"Cosa scaricheranno tra 5 anni?"
Dunque, facciamo che esprimo la mia opinione. Intanto un cd non costa € 9,99. A 9,99 trovi gli mp3 su itunes, un cd costa quasi 20 euro. L'industria a quanto ne so ha margini ben più alti sul cd fisico, rispetto agli mp3 di itunes. Poi ci sono le radio che passano i pezzi, che pagano all'industria e all'artista (che spesso, soprattutto se nuovo, cede completamente i diritti di riproduzione all'etichetta). Poi ci sono le ospitate in tv, e anche lì soldi che vanno all'industria. Infine il compenso SIAE, che è calcolato su una stima fatta in base alle classifiche di vendita, per cui se io scrivo una canzone che viene riprodotta in migliaia di posti, ma non ho fatto un cd e quindi non appaio nelle classifiche di vendita, non prendo una mazza. Al contrario, se mi chiamo Pausini prendo anche i soldi degli altri artisti, tanto per dirne una. Poi il diritto d'autore che scade 70 anni dopo la pubblicazione dell'opera e dura anche dopo la morte dell'artista non mi sembra molto giusto.
Tutto ciò premesso posso ammettere che il download non è proprio una bella cosa, ma ricordo che ben prima di internet c'erano le cassette con sopra la musica, e la gente se le scambiava, quindi non credo che il mercato in questo senso sia stato danneggiato molto, rispetto a venti anni fa. E' invece vero che si possono conoscere sconosciuti o quasi che nessuno aveva in cassetta e non potevano essere registrati. Ma di questo non si parla, come non si parla di certi musicisti che hanno fatto strada grazie al "furto" da parte dei "downloader" cattivi.
Ma estendiamo un attimo il ragionamento. La musica, secondo gli addetti dovrebbe essere blindata, altrimenti è furto. Spartiti non li puoi scrivere senza permesso, i testi non li puoi pubblicare sennò ti denunciano.
Cosa succede se ascolto una canzone, me la ricordo fin dal primo ascolto e con altri musicisti andiamo in sala prove e registriamo una cover, la masterizziamo su cd e ce la ascoltiamo, abbiamo rubato?
Il diritto d'autore andrebbe ridimensionato, e la mia proposta sarebbe questa:
la casa discografica non ha alcun diritto, non è autore, quindi il diritto d'autore di che? Al massimo è quella che finanzia un progetto, ma non è autrice proprio di niente. Che mangi sulle vendite dei cd fisici.
l'artista ha il diritto d'autore, nel senso che in caso di plagio a fini commerciali ottiene risarcimenti milionari.
L'artista non percepisce nessun diritto di riproduzione, che viva di musica suonata, concerti tutto l'anno, e che abbassino i prezzi dei biglietti, e tolgano la SIAE ad esempio dalle consumazioni.
In questo modo si avrebbe una musica meno monopolizzata, possibilità di esprimersi per un maggior numero di artisti, maggiore competizione sulla qualità, perché adesso la gente è ipnotizzata da un motivetto con cui ti massacrano le p***e giorno e notte per fartelo entrare in testa, come un messaggio subliminale. Con meno passaggi - perché non ci sarebbero più le case discografiche a controllare le radio - ci sarebbe più scelta, più concerti, più persone che escono di casa invece di stare davanti alla tv, e forse produzioni meno perfettine ma più genuine.
Ovviamente non cambierà niente, ma davvero non capisco perché chi ha il privilegio di poter far passare il proprio modo di essere attraverso la musica si accanisce così tanto sui quattrini, quando chi lavora 8 ore al giorno tutto l'anno deve prendere le briciole ed è pure accusato di chissà quali reati da questi tizi che vivono di venti concerti l'anno e un mese in sala di registrazione.