Il prof. Brunetta, per uno di quegli strani giochi che il destino a volte riserva all'umanità oggi ministro, ha alle spalle una lunga carriera accademica.
Di recente ha chiuso ogni ipotesi di stabilizzazione per i ricercatori precari dell'università, curiosamente argomentando che per un ricercatore la stabilizzazione è la morte professionale, in quanto il dover lottare per la pagnotta ogni anno servirebbe da stimolo alla migliore produttività, e pazienza per la famiglia, la casa e tutte queste sciocchezze che potrebbero distoglierlo dal suo alto ufficio.
Ebbene, nel 1981 Brunetta era, come tantissimi a quel tempo, un povero precario all'università, uno dei migliaia, senza apparenti prospettive professionali tangibili.
In quell'anno furono banditi concorsi per tutti i precari, riservati solo a loro, in base ai quali, superando una semplice prova di idoneità, sarebbero usciti professori associati, e dunque stabilizzati a vita.
Così ebbe inizio la folgorante carriera di Brunetta, da precario a professore stabilizzato, oggi ministro moralizzatore.