L'ultima uscita della Carlucci: chi non è d'accordo con Bondi si dimetta.
La smetterà mai di dire puttanate?
di Stefano Milani:
Da meno di dieci giorni circola on line, sul sito dell’associazione Bianchi Bandinelli, un appello contro il super direttore dei musei prefigurato dal ministro Bondi nella sua riforma dei Beni culturali. Al pomeriggio del 26 novembre le adesioni sono 3.400, quelle pubblicate sul sito (www.bianchibandinelli.it) sono circa 1.800 e hanno nomi autorevoli: tipo il presidente onorario del Louvre Laclotte, da dirigenti del Metropolitan e altre istituzioni straniere, Lavin, storico dell’arte docente a Princeton . In Italia hanno aderito tra i tanti Mina Gregori, l’archeologo Paolo Matthiae, uno studioso come Bruno Zanardi, Alessandra Mottola Molfino, Andrea Emiliani del Consiglio superiore dei Beni culturali, l’ex soprintendente del Comune di Roma La Rocca. E poi restauratori, docenti universitari, giovani, non giovani, una pioggia di firme.
Tanto successo scatena però le ire della parlamentare del Pdl Gabriella Carlucci. Che è componente della commissione cultura della Camera e, tramite agenzie di stampa, proclama: "Tutti i firmatari dell'appello contro la saggia decisione del Ministro Bondi di istituire un manager che valorizzi adeguatamente il patrimonio museale italiano, i quali in questo momento ricoprano incarichi pubblici, dovrebbero immediatamente dimettersi”.
E se questo non vi suona come un invito all’epurazione continuate a leggere qui. “Un appello delirante che dimostra la miope e antiquata visione che certi personaggi hanno e continuano ad avere della gestione del patrimonio culturale italiano. Continuare a non capire che un manager di assoluto livello come il dottor Resca sia la persona più adatta a trasmettere nel mondo dei Beni Culturali gli ottimi risultati ottenuti nelle aziende. Siamo di fronte ad un documento inaccettabile, che testimonia come alcuni dipendenti del Ministero dei beni culturali, non condividano in alcun modo la linea di rilancio disegnata dal Ministro Bondi. A questo punto l'incompatibilità funzionale palesata suggerirebbe di rassegnare immediate e responsabili dimissioni".
Il ministro Bondi ieri sera alla tv Red ha dichiarato che la sua scelta, quella del manager venuto da MacDonald’s e da società finanziarie, Resca, resta valida. Così però svicola. Nessuno contesta le capacità amministrative del manager. Viene contestato, a Bondi, che una figura così guidi il patrimonio artistico. Che un super-direttore e super-manager di musei e siti archeologici abbia tanti, troppi, poteri e per una visione economistica dell’arte. Questo lo ha contestato a più riprese il preside della Normale e Archeologo Salvatore Settis. Ne ha scritto il direttore dei Musei vaticani, ex ministro ed ex soprintedente Antonio Paolucci, storico dell’arte di fama internazionale, su Avvenire di mercoledì 26, sul quotidiano della Conferenza episcopale quindi. Per l’onorevole Carlucci dunque anche Paolucci “delira?”
In altre parole, voi come la vedete: o si condivide l’operato politico o si deve sloggiare? La libertà di opinione non è ammessa? Uno storico dell’arte a servizio nel ministero non è un libero cittadino? Non sulla sua materia? D’altro canto è già diffuso il timore a parlare ed esporsi, nel dicastero. Per ragioni politiche, mica tecniche.