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Discussione: giornalismo...

  1. #1

    giornalismo...

    Uomini e maggiordomi ( Peter Gomez ) da http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/?r=85823

    Questo pomeriggio il vice-presidente della commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai, Giorgio Lainati (Pdl), e il capogruppo del partito di Berlusconi in commissione, Alessio Butti, hanno annunciato che nei prossimi giorni chiederanno «conto al direttore generale Cappon e al presidente Petruccioli del perché sia permesso all'ex parlamentare diessino Michele Santoro di fregarsene del pluralismo dell'informazione». I due si lamentano perché nella puntata di Annozero di giovedì, dedicata alla crisi economica, «Santoro ha sparato contro il Governo facendo parlare esponenti del mondo politico e imprenditoriale rappresentanti la sola opposizione» utilizzando poi, «per completare "il capolavoro", una serie di grafici e tabelle, molte delle quali elaborate da studi della Cgil».

    Il messaggio che lanciano Lainati e Butti, con un linguaggio nemmeno troppo vagamente nostalgico, è chiaro: per Annozero è ormai iniziato il conto alla rovescia.
    A questo punto, più che ricordare che i ministri del Popolo delle Libertà nelle ultime settimane hanno sempre declinato gli inviti in trasmissione per loro libera scelta, è forse il caso di riflettere sul significato della parola pluralismo e sui limiti del giornalismo.

    Partiamo dunque dal fondo: ovviamente anche chi fa il giornalista ha dei limiti. Che possono essere riassunti così: ciascuno può dire o raccontare quello che vuole a patto che non violi il codice penale o quello deontologico. Non si possono, insomma, diffamare o calunniare le persone. E se ciò avviene chi lo ha fatto paga con sanzioni pecuniarie o, nei casi estremi, addirittura con la detenzione. In ogni caso a stabilire se ciò è avvenuto non può essere un organismo parlamentare. Devono farlo invece la magistratura e l'ordine dei giornalisti.

    Veniamo quindi al pluralismo. Dare diritto di parola ai rappresentanti di tutte le formazioni politiche in un unico programma non vuol dire essere pluralisti. Prima di tutto perché non solo i partiti rappresentano la società (cioè il pubblico): i parlamentari, che intervengono su qualsiasi argomento in tutti i tg, dal punto di vista giornalistico hanno lo stesso peso dei sindacati, delle associazioni e dei semplici cittadini. E anzi, se si vuole fotografare con chiarezza lo stato di un paese come il nostro, spesso (anzi quasi sempre), meno si fanno parlare i politici e meglio è. Ma non basta. Perché la tv non è pluralista se il giornalista o il conduttore si limita a dirigere il traffico dando la parola a questo o quello. Lo è invece se lascia spazio in programmi differenti a conduttori e giornalisti con punti di vista e opinioni diverse. Poi saranno i telespettatori a scegliere che cosa guardare.

    Insomma la tv pubblica dovrebbe essere un po' come un'edicola: ch'è chi compra il "Corriere della Sera", chi "la Repubblica", chi “il Giornale". Vince poi il migliore (chi fa più ascolti). Un'unica regola va rispettata: la verità dei fatti. Detto in altre parole: se Berlusconi afferma che il mare è giallo e D'Alema risponde che è rosso, il conduttore, comunque la pensi, deve intervenire per chiarire che il mare è blu. Se non lo fa è, nel migliore dei casi, professionalmente impreparato, e nel peggiore un maggiordomo.


    L'intervista che Repubblica non ha pubblicato ( Daniele Luttazzi ) da http://www.danieleluttazzi.it/node/368

    Parte Decameron a teatro, i quotidiani mi telefonano per le interviste di rito. Con Repubblica ne concordo una in anteprima ( doveva uscire lunedì scorso ). Memore del trattamento ricevuto dal gruppo Repubblica/Espresso sia quando La7 mi chiuse il programma, che in precedenti occasioni ( calci negli stinchi firmati da Michele Serra, Edmondo Berselli, Gianni Mura, Adriano Sofri, Sebastiano Messina, Curzio Maltese e Antonello Caporale ); e dato che il loro metodo consiste nel farti parlare per un'ora, poi loro riassumono quello che gli pare ( omisero la mia risposta critica alla loro domanda sul PD, quando gli stavano tirando la volata ); chiedo di poter rivedere il mio virgolettato prima della stampa. Ok. Martedì il giornalista mi fa sapere che al giornale non sono contenti perchè la mia intervista sembra un mio manifesto. ( Se fai le domande a me, cosa devo rispondere, quello che vuoi tu? ) E mi chiede di rispondere ad altre domande. Prego?

    Questa è l'intervista che non hanno voluto pubblicare:

    decameron
    ll monologo s’intitola così perché è il proseguimento ideale del programma omonimo, censurato da La7 un anno fa dopo appena 5 puntate, nonostante gli ascolti formidabili. Sono due ore di satira incandescente contro la politica reazionaria del governo Berlusconi, contro l’oscurantismo del Vaticano e contro l’opposizione molle del PD.

    tema/i
    Con Decameron alludo alla peste attuale: il pensiero unico reazionario e guerrafondaio, che vuole governare il mondo col precariato di massa e le speculazioni finanziarie. Ne parlavo in tv un anno fa. Il disastro oggi è evidente.

    rapporto con la tv
    La censura è odiosa e mi fa incazzare parecchio: al pensiero unico non piace la satira, e allora la fanno fuori. Decidono loro per tutti noi. Non è giusto, e infatti la Costituzione tutela la satira. La satira è arte, intrattenimento e critica. Con la censura alla satira imbavagliano le opinioni non omologate. In questo modo, la tv diventa l’anestetico perfetto.

    episodio interruzione Decameron su La7
    La decisione mi ha colto di sorpresa. Prima si vantano di darmi carta bianca, e poi di colpo chiudono il programma con un sms a mezzanotte di un venerdì, dopo che avevo registrato il monologo sull’enciclica papale. La scusa ufficiale è stata che nella puntata precedente avevo insultato Ferrara. Insulto? Era una battuta satirica: lo stesso Ferrara lo ha ammesso. Il giorno dopo chiedo a Dall’Orto di ripensarci: niente, irremovibile. Miliardi di produzione tv gettati nel cesso per una battuta? Vorrei una spiegazione più sensata. Per Dario Fo, il motivo vero era il monologo sul papa.

    eventuale diverso realismo, oggi
    Non ho nulla di cui scusarmi. Deve vergognarsi chi censura. Io propongo ciò che fa ridere me, questo è l’unico criterio. Non faccio satira per andare in televisione: vado in tv per fare satira. Per essere riammesso in tv dovrei fare altro? E’ un ricatto inaccettabile.

    di cosa si parlerà nello spettacolo Decameron odierno
    Svelo il segreto che permette a Berlusconi di godere di un consenso personale massimo, con un governo così pessimo. E’ un paradosso solo apparente, c’è un trucco narrativo all’origine di questo successo, che Berlusconi conosce e applica continuamente. Con una miriade di esempi tratti dalle vicende politiche mostro come funziona questo trucco e perchè Veltroni, invece, non morde. Analizzo poi in dettaglio l’operato di tutti i ministri e di tutti i lacchè berlusconiani che operano nei media.

    altri contenuti dello spettacolo
    Nel capitolo sulla religione aggiorno con gli ultimi fatti il monologo censurato da La7 sulla “Spe Salvi” di papa Ratzinger. E’ satira sulla religione vista sia come collante ideologico del pensiero reazionario sia come favola per i gonzi. Né tralascio lo scandalo dei privilegi assurdi di cui gode il Vaticano: esenzione ICI e 8 per mille. C'è da divertirsi.

    congeniali riferimenti ai temi del sesso e della morte
    Sesso e morte si intrecciano a politica e religione in modo complesso: si va dal controllo del comportamento alla giustificazione di colpe orrende come la guerra criminale in Iraq e in Afganistan, in cui siamo impegnati contro l’art.11 della Costituzione. Abu Grahib è politica, sesso, religione e morte insieme.

    comicità sadica, disumana
    La satira non è roba per signorine. Per sua natura, procura il secondo sorriso: quello che appare quando una gola viene tagliata. Origina dalla rabbia: ride addossando responsabilità, fa nomi e cognomi. Io ho un gusto tutto mio per il grottesco, che riesce a esprimere meglio l’ambiguità del potere e la sua natura mortifera. Ma con Decameron il pubblico attraversa tutto lo spettro comico possibile, dalla satira all’umorismo surreale. Una battuta come “Dentro siamo tutti rosa” è un puro tuffo nell’inconscio. Qualcosa di inspiegabile, che tale deve restare: è il mistero dell’arte.

    la musica
    Con la satira esprimo la mia rabbia. Con la musica, le emozioni di altro segno: l’amore, la commozione. C’è una intimità che esprime la dolcezza d’uno sguardo sul mondo. La satira come tecnica è chiaramente agli antipodi, è impietosa. Sto ben attento a non confondere i territori dell’immaginario. Certe cose puoi dirle solo con la musica. Se le dici in un altro modo, stoni.

    i giovani di adesso, di questi giorni
    Le proteste degli studenti contro la Gelmini sono sacrosante. Dieci anni fa, attraverso un mio personaggio, il professor Fontecedro, mi scagliavo contro la degenerazione colpevole in cui era lasciata morire la scuola italiana, e invitavo gli studenti a ribellarsi. La scuola autoritaria prepara a una società autoritaria. E’ il pensiero unico reazionario che collega tutti gli atti di questo governo: dalla scuola alla repressione delle manifestazioni popolari a Chiaiano, a Vicenza o in Val di Susa, agli attacchi continui alle libertà di espressione, di pensiero e di riunione garantite dalla Costituzione. Siamo a una pagina drammatica di involuzione della nostra democrazia. Berlusconi dice adesso che farà di tutto perché la tv, pubblica e privata, sia meno ansiogena. Semplicemente perché quando la tv racconta la realtà, il suo governo cala nei sondaggi. Si vede che la realtà è comunista

    la sua esperienza americana
    Basta andare all’estero, negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Francia, in qualunque paese civile, per vedere come gli artisti siano liberi di proporre le proprie cose, le proprie idee, la propria visione del mondo. La politica si guarda bene dal farli fuori per motivi ideologici. Il maccartismo negli USA è finito nel 1950. Da noi, l’ukase bulgaro su di me è ancora attivo: riguardava la Rai e, da allora, la Rai non mi ha più proposto un programma tv. Tutto sotto controllo.

    un argomento solo, o una sola persona, da salvare nella maggioranza
    Non salvo nulla e nessuno. Nè Tremonti per la sua finanziaria, nè Scaiola per il nucleare, né la Prestigiacomo per l’ambiente né la Gelmini per la scuola, nè Brunetta per i dipendenti pubblici e i precari, nè Alfano per il suo lodo salvapremier, né Confindustria per gli operai: è un blocco unico. Dovrei stimare qualcuno di questi? Non sono Enrico Letta.

    ---

    post scriptum
    spiegazione del giornalista di Repubblica ( 10 nov ): lunedì scorso il pezzo era già in pagina, ma è stato sostituito all'ultimo momento ( why? ). Due giorni dopo esce la mia intervista sull'Unità, a quel punto il giornalista voleva farmi altre domande. E così la mia intervista ( peraltro già corposa ) non è uscita. Uh, ma che peccato.

    La mail che conteneva le sue domande aggiunte cominciava così:

    daniele, mi chiedono qualche tua argomentazione altra, trovando loro che il pezzo, così com'è, è troppo inerte, è solo una specie di tuo manifesto.

    Da un giornale che pubblica di solito lenzuolate di interviste promozionali ai vari Albanese, Dandini, Fazio, Cortellesi, Crozza, Bisio, Littizzetto, Aldo Giovanni & Giacomo eccetera eccetera, tanta attenzione nei miei riguardi è davvero commovente.






    DAVVERO VOLETE CHE COMMENTI LA SITUAZIONE DEL GIORNALISMO ITALIANO?

  2. #2
    Utente di HTML.it L'avatar di Ph:l
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    Grazie a Facebook madre ritrova i figli dopo 15 anni. Erano nella stanza di sopra.

  3. #3
    Io ho sempre ritenuto repubblica uno schifo di quotidiano.

    Mi vien da ridere quando qua sul forum , lo chiamano d sinistra. Figli della mentalità berlusconiana, dove "di sinistra" lo si può applicare a qualsiasi cosa non piaccia.

    Devi andare dal dentista? l'estrazione di un dente è di sinistra.

    Ti fanno una multa perchè in seconda fila? Verbale di sinistra.



    Eccetto sparuti casi, è un giornale tristemente servile, dove per un'inchiesta fatta, trovi 50 articoli di leccaculismo.


    Per quanto riguarda santoro, a me non è mai piaciuto. Se lo ricacciano, mediaticamente, non mi ne frega niente.

    si solleveranno scudi sulla libertà di parola, come sempre, ma intanto luttazzi è a teatro e santoro in tv. Significa che pi tanto scomodo nn è.
    Non andare, vai. non restare, stai. non parlare, parlami di te...
    .oO Anticlericale Oo.

  4. #4
    Utente di HTML.it L'avatar di fred84
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    Originariamente inviato da seifer is back
    perchè non dici che paiola sta diventando peggio di arctic? in fondo ha criticato anche lui repubblica, no?

  5. #5
    Originariamente inviato da fred84
    perchè non dici che paiola sta diventando peggio di arctic? in fondo ha criticato anche lui repubblica, no?
    Fred era una battuta. Penso l'avessero capito anche gli acari sul divano.
    Non andare, vai. non restare, stai. non parlare, parlami di te...
    .oO Anticlericale Oo.

  6. #6
    Utente di HTML.it L'avatar di capsula
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    6-7 febbraio a milano? vedremo se andarci... se qualcuno va a uno spettacolo precedente dica se valga la pensa andar a sentire Luttazzi...

  7. #7
    Originariamente inviato da seifer is back
    intanto luttazzi è a teatro e santoro in tv. Significa che pi tanto scomodo nn è.
    non puoi metterli insieme: uno è un giornalista e l'altro fa satira
    comunque Santoro è in tv, MOMENTANEAMENTE... è già dovuto sloggiare una volta, non ti basta?

  8. #8
    Originariamente inviato da andrea.paiola
    non puoi metterli insieme: uno è un giornalista e l'altro fa satira
    comunque Santoro è in tv, MOMENTANEAMENTE... è già dovuto sloggiare una volta, non ti basta?
    è in fondo alla mia lista di preoccupazioni, onestamente.

    Rispetto a contiui attacchi ala democrazia fatti in questo anno, santoro è paragonabile all'importanza della mia appendice.

    Scuola a deprivata di ogni dignità e capacità organizzativa, magistratura imbavagliata costantemente bloccata da nuove leggi a tutela di delinquenti, sanità smembrata e data in pasto a manager fallimentari.

    E davvero santoro che non va in onda, il problema principale?

    Si farà una manifestazione pro santoro, fingendo che con lui in tv vada tutto meglio? che la democrazia sia ristabilita?


    Qualche giorno fa, sabina guzzanti, è andata ad un incontro con gli studenti. Ad un certo punto è arrivato il rettore che le ha strappato la parola, dicendo " non si può permettere che un agitatrice plitica abbia la parola" in un università dove era stata invitata. Non in TV.

    Questo è il punto in cui siamo.
    Non andare, vai. non restare, stai. non parlare, parlami di te...
    .oO Anticlericale Oo.

  9. #9
    Originariamente inviato da andrea.paiola
    non puoi metterli insieme: uno è un giornalista e l'altro fa satira
    Che palle con questa storia...
    Cambia Luttazzi con Enzo Biagi allora, ma il discorso è sempre lo stesso.

  10. #10
    Utente di HTML.it L'avatar di Ph:l
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    luttazzi è anche giornalista...
    Grazie a Facebook madre ritrova i figli dopo 15 anni. Erano nella stanza di sopra.

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