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John McCain si era imbarcato in una missione impossibile. Ne e' convinto George W. Bush secondo cui Barack Obama deve la sua vittoria anche "a me". Il presidente uscente ritiene che i suoi errori abbiano spinto gli americani "a ripudiare i repubblicani. Sono sicuro che alcune persone abbiano votato per Barack Obama a causa mia". In precedenza Bush, che dopo otto anni lascera' la casa Bianca il prossimo 20 gennaio, si era rammaricato per essersi fidato dei dossier dell'intelligence sulle "armi di distruzione di massa" per giustificare la guerra in Iraq.
Parte 2 (Ma è tutta colpa della CIA eh)
A meno di due mesi dalla fine del suo mandato è ancora tempo di bilanci per George W. Bush che in un’intervista all’emittente Abc ha ripercorso gli ultimi otto anni di presidenza definendosi «impreparato ad entrare in guerra» al tempo della sua elezione, senza nascondere gli errori sulle armi di distruzione di massa.
«Il mio più grande rimpianto? Le informazioni sbagliate sulle armi di distruzione in Iraq». Il presidente che per 7 anni ha difeso a spada tratta le guerre contro il terrorismo in tutto il mondo si è lasciato andare ad un vero e proprio mea culpa rimpiangendo di aver ascoltato le persone sbagliate. Bush ha ammesso inoltre che la guerra in Iraq è andata oltre le sue aspettative. «Molte persone hanno messo la propria reputazione in gioco dicendo che le armi di distruzione di massa erano una ragione per destituire Saddam», ha detto Bush nell’intervista andata in onda sulle televisioni americane. «Non erano le persone giuste nella mia amministrazione, vorrei che i servizi segreti a cui guardavano molti membri del Congresso prima del mio arrivo a Washington, fossero stati diversi».
Il presidente ha comunque ribadito di credere profondamente nell’esigenza di mantenere le truppe americane in Iraq. «Sono convinto che possiamo vincere», ha aggiunto Bush sottolineando di aver agito pensando di non voler veder morire soldati americani invano e di non essere mai sceso a compromessi con i suoi valori. «Alcuni presidenti devono prendere delle decisioni difficili». Tra i rimpianti della sua presidenza Bush ha ricordato anche la mancata riforma delle regole sull’immigrazione per rafforzare i confini statunitensi e il duro scontro tra i partiti americani in Congresso. Il presidente, che uscirà di scena il prossimo 20 gennaio, ha invece ribadito l’importanza delle decisioni prese durante la crisi economica. «Quando hai il presidente della Fed e il segretario del Tesoro che ti dicono che se non intervieni si profila una crisi peggiore della Grande Depressione è un momento in cui dici "uh-oh"», ha aggiunto Bush sdrammatizzando il momento di crisi per l’economia americana.
«Ora avrò molto tempo per pensare e non dovrò più alzarmi alle 6.45 tutti i giorni», ha concluso Bush, che ha già annunciato che nei prossimi mesi si dedicherà a scrivere un libro nel suo ranch in Texas.