http://www.corriere.it/cronache/08_d...4f02aabc.shtml
Applicando in modo tutto italiano una normativa europea, vari atenei riconoscevano "Crediti all'esperienza" a giornalisti: in base alla posizione all'interno di un giornale o all'esperienza (certificata?) nel campo lavorativo venivano assegnati dei crediti universitari a seguito di una congrua somma. A beneficiarne era il vice-presidente dell'ordine dei giornalisti, che paradossalmente favoriva dei laureati ignoranti nel campo dell'informazione, visto che accumulando questi crediti i giornalisti potevano saltare a piè pare interi anni di studio.
Per diventare legalmente giornalisti bisogna essere iscritti all'ordine.
Da wikipedia:
Le suddette scuole di formazione per giornalisti sono MOLTO poche e MOLTO costose (si parla di varie migliaia di euro l'anno). Non sarebbe ora di riformare questo sistema che, a mio parere, ora come ora crea solamente una stretta cerchia di persone capaci legalmente di chiamarsi giornalista ed avere dei poteri legali per fare informazione?Per essere ammessi all’esame di Stato per diventare giornalisti non si dovrà più passare necessariamente per due anni di praticantato in una struttura editoriale, ma si dovrà conseguire una laurea (almeno triennale) in una Università, più:
due anni di pratica e studio in uno degli Istituti di Formazione al Giornalismo promossi dall’Ordine;
Master biennali istituiti con convenzioni fra Università e Ordine;
Lauree specialistiche biennali che garantiscano almeno il cinquanta per cento di attività pratica di redazione.
In tutti i casi l’Ordine ha potere di controllo e di verifica sui percorsi di formazione.