Spesso sono immerso in un mondo solo mio, dove penso alle storie da scrivere, e dove sono circondato da omini gommosi abitanti di un paese gommoso.
Mi capita dappertutto, anche mentre sto facendo altre cose impegnative, tipo lavorare, o guidare, o dare l'acqua alle petunie.
Quando sono in questo mondo fatto di gioia, mi capita di fare cose, con la mia parte fisica incastrata in questo mondo che condivido con voi, assolutamente senza senso.
Per esempio:
- Due anni fa stavo guidando. Il navigatore era sul suo braccetto attaccato al parabrezza. Arrivo in autostrada e stacco il navigatore, lo ripongo nel vano oggetti, perché non mi serve pių. Stacco il braccetto del navigatore dal parabrezza, apro il finestrino e lo getto fuori. Chiudo il finestrino e vado avanti tranquillo a guidare. Arrivato al casello, cinquanta chilometri dopo, esclamo: "No!"
- L'anno scorso, a Palazzo The, a Mantova. Sono in fila alla cassa per prendere il biglietto. Arrivo davanti alla cassa e dico: "Un caffč".
- Cinque anni fa, vado a suonare in un locale. Aiuto tutti a caricare la loro roba in macchina, casse, impianto, strumenti. Partiamo. Arriviamo al locale, e mi viene un flash. Torno indietro e il mio amplificatore, un frigorifero alto un metro e sessanta, mi aspettava tranquillo in mezzo alla strada. E' stato un'ora e mezza lė, a fare da guardia alla riga di mezzo della carreggiata.
- Stamattina, in auto, volevo accendermi una sigaretta. Mi metto la sigaretta in bocca, prendo l'accendino, me la accendo. La appoggio nel posacenere. Mi sfilo uno dei due guanti, apro il finestrino e lo getto fuori.
Ora, che cacchio ci faccio con un guanto solo?