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Discussione: credere

  1. #1
    Utente di HTML.it L'avatar di lookha
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    credere

    No, non mi riferisco alle credenze religiose, alla vita eterna, etc...
    Ma bensì a quel senso di meraviglia, di stupore, di sorpresa genuina e positiva che non trovo più, che non vedo intorno a me.

    Vivere in una società come la nostra è difficile e forse anche un po' triste.
    Tutto è sottoposto quotidianamente allo scrutino della ragione e del ragionamento, l'opinione personale è considerata corretta a prescindere, c'è molta coscienza di sé stessi, dei propri desideri, delle proprie volontà, delle proprie opinioni, lo scetticismo regna sovrano e accantonare i problemi quotidiani è sempre più arduo. È quindi difficile per lo stupore, la sorpresa, la meraviglia farsi spazio.
    Per un bambino Babbo Natale praticamente non esiste e se esiste è un personaggio televisivo più che un simbolo, Gesú bambino è una statuetta che compare il 25 in un presepe scarno e se non porta doni finisce fuori dalla finestra, i re magi non si sa nemmeno chi sono, oltre al fatto che uno di loro porta mirra.
    Non è la mercificazione, non è la perdita della parte spirituale del Natale, legata alla ricorrenza storica e alla sua interpretazione religiosa, non è la banalizzazione dell'occasione di stare in famiglia, è la perdita di quel senso di stupore, di meraviglia.
    La vita è un susseguirsi di eventi carichi di significato che formano il nostro essere e il nostro sentire, e la saggezza è la capacità di interpretare il mondo e i suoi fatti in modo corretto, vantaggioso e virtuoso.

    Ma come può definirsi saggio un mondo che non lascia spazio alla meraviglia e allo stupore?
    Dove tutto viene fatto a pezzi per essere scrutinato, sviscerato e poi riassemblato ma senza più lo splendore iniziale?
    Dove nessuno crede più ai miracoli?

    A me non piace.

    E a voi?

  2. #2
    Utente bannato
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    Tutto ciò che può portare soldi diventa business

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  3. #3
    Utente di HTML.it L'avatar di Gren
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    I miracoli? Le persone non cambiano e il mondo in cui tutto veniva sviscerato e riassemblato in forma cattolica è quello che c'è sempre stato, in cui la meraviglia rimaneva chiusa solo tra le righe di un vangelo.

    Tante persone non sanno sognare, così quanto non lo sapevano fare cinquant'anni fa. Abbiamo solo raggiunto un minimo in più di consapevolezza, anche nel mondo infantile. Sapere meravigliarsi, sognare e credere è altro e non è certo un miracolo che si esaurisce di fronte al ruscello di un presepe.

    Bel thread, ma secondo me siamo ancora troppo vicini a un collegamente obbligato con la fede in senso religioso. Ho capito male io?

  4. #4
    ritengo che ci siano ancora dei margini per stupirsi quando ci si riesce a staccare da tutto, non necessariamente partendo verso posti nuovi o estraniandosi.

    sapere osservare il mondo e le cose non è sempre facile, però quando ci riesco provo ancora stupore e meraviglia
    bisogna proprio essere dei coglioni per votare questo cdx

    http://www.storiedinapoli.it/

  5. #5
    Utente di HTML.it L'avatar di wsim
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    Re: credere

    Originariamente inviato da lookha

    A me non piace.

    E a voi?
    Neanche a me.
    Ma a parte i miracoli, ai quali non credo neanch'io, da anni noto che si è persa la voglia di guardarsi attorno, voglia che porta a stupirsi di un cielo o del profilo di una montagna, di un colore come di un suono.
    Credo di averne parlato talvolta, anche nei miei post in questo forum.

    D'altra parte, per molti, l'universo è confinato nello schermo televisivo o in quello del pc, o ancor peggio in quello del cellulare. Alla fine di un film mi capita di osservare gente che invece di rimanere tranquilla ad assorbire ciò che ha visto, accende il cellulare per vedere se sono arrivati gli evidentemente indispensabili messaggi senza i quali non potrebbe vivere.

    Credo solo di aver capito che tutto ciò è irreversibile e che è persino inutile criticarlo.
    me ne sono andato, ma posso sempre riapparire con la grazia e la leggerezza di un B-52 carico di bombe.

  6. #6
    Utente di HTML.it L'avatar di Gren
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    Re: Re: credere

    Originariamente inviato da wsim
    Ma a parte i miracoli, ai quali non credo neanch'io, da anni noto che si è persa la voglia di guardarsi attorno, voglia che porta a stupirsi di un cielo o del profilo di una montagna, di un colore come di un suono.
    Come se settant'anni fa invece la gente passasse il tempo tra bucoliche osservazioni sul panorama...
    C'era chi lo apprezzava e c'era chi -la maggior parte?- passivamente lavorava come un asino, senza farsi alcuna domanda o sprecare alcun sorriso andasse oltre lo stretto necessario.

    Oggi la gente viaggia, ad esempio; anche gli adolescenti viaggiano tanto e vedono un mondo che per i miei nonni sarebbe stato semplicemente impensabile. Anche questo è stupore.

    Io continuo a credere che le persone -poche- di cui parlate non siano in numero maggiore, nè minore, rispetto a una volta; sono quelli che non si sarebbero stupiti nemmeno un secolo fa per un tramonto, che ora hanno la possibilità di farlo -ipoteticamente, eh- per mezzo del proprio telefonino. E tutto sommato ben venga, voglio dire; buon per loro.

  7. #7
    Utente di HTML.it L'avatar di wsim
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    Re: Re: Re: credere

    Originariamente inviato da Gren
    Come se settant'anni fa invece la gente passasse il tempo tra bucoliche osservazioni sul panorama...
    C'era chi lo apprezzava e c'era chi -la maggior parte?- passivamente lavorava come un asino, senza farsi alcuna domanda o sprecare alcun sorriso andasse oltre lo stretto necessario.

    Oggi la gente viaggia, ad esempio; anche gli adolescenti viaggiano tanto e vedono un mondo che per i miei nonni sarebbe stato semplicemente impensabile. Anche questo è stupore.

    Io continuo a credere che le persone -poche- di cui parlate non siano in numero maggiore, nè minore, rispetto a una volta; sono quelli che non si sarebbero stupiti nemmeno un secolo fa per un tramonto, che ora hanno la possibilità di farlo -ipoteticamente, eh- per mezzo del proprio telefonino. E tutto sommato ben venga, voglio dire; buon per loro.
    Niente da obiettare, ma sai cosa mi sembra? (magari mi sbaglio, eh...)

    Che sia cambiato il modo in cui ci si accosta alle cose: si dà molto per scontato, si banalizza, si appiattisce...

    Tante cose diventano qualcosa da consumare, e ciò non lascia nulla, solo il desiderio di nuovi consumi.
    me ne sono andato, ma posso sempre riapparire con la grazia e la leggerezza di un B-52 carico di bombe.

  8. #8
    Utente di HTML.it L'avatar di lookha
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    Gren, il mio intento è proprio quello di slegarmi dal concetto di miracolo religioso.
    Credere, stupirsi, meravigliarsi, sorprendersi è un atteggiamento, una forma della menta (forma mentis), come quello di non farlo, di essere scettico, di scrutinare, di ragionarci sopra applicando il modello cartesiano a qualsiasi cosa ci circondi, dalla natura alle persone.
    wsim spesso lo menziona, come ha ben detto, in altri 3d, e se non ricordo male principalmente legato all'odierna indifferenza verso le bellezze della natura, inevitabilmente romanzate da secoli ed oggi brutalmente dimenticate.
    Io mi riferisco anche alle persone, agli avvenimenti, ai sentimenti.
    Non vuole essere un 3d mieloso, non mi interessa, né uno amaro, mi interessa ancor meno, ma i 3d hanno vita propria e chissà come andrà a finire.

    Credere, come dicevo, stupirsi, meravigliarsi, credere che i miracoli esistano ma non nel senso biblico o evangelico, un evento legato alla religione o a un suo rappresentante inspiegabile dal punto di vista scientifico, ma in quello secolare: una persona che non agisce per secondi fini individualistici, stupirsi anche della meschinità, della disonestà, meravigliarsi insomma.
    È un atteggiamento che abbiamo perso?
    È saggio averlo perso?

    Purtroppo, sembra, le parole che cerco mi deridono e sbeffeggiano: sono molto più abili loro a nascondersi che io a trovarle.
    Intuitemi, se ci riuscite.

  9. #9
    Utente di HTML.it L'avatar di ramius
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    Basta avere un bambino in casa per vedere che stupore e meraviglia esistono ancora e stanno benissimo.

    A volte siamo noi che non lo notiamo.
    Meglio utonter che mai.

  10. #10
    Utente di HTML.it L'avatar di Gren
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    Originariamente inviato da wsim
    Niente da obiettare, ma sai cosa mi sembra? (magari mi sbaglio, eh...)

    Che sia cambiato il modo in cui ci si accosta alle cose: si dà molto per scontato, si banalizza, si appiattisce...

    Tante cose diventano qualcosa da consumare, e ciò non lascia nulla, solo il desiderio di nuovi consumi.
    Assolutamente d'accordo. Che ci vuoi fare? E' come la scoperta del corpo di una donna, che ti lascia un gran sorriso...
    Oggi le esperienze della vita sono spesso già vissute ancor prima di viverle davvero. Sarà solo esposizione mediatica?

    Io non credo -comunque- che questo intacchi le lacrime e i sorrisi di chi sa amare ciò che ha.

    Originariamente inviato da lookha
    Credere, come dicevo, stupirsi, meravigliarsi, credere che i miracoli esistano ma non nel senso biblico o evangelico, un evento legato alla religione o a un suo rappresentante inspiegabile dal punto di vista scientifico, ma in quello secolare: una persona che non agisce per secondi fini individualistici, stupirsi anche della meschinità, della disonestà, meravigliarsi insomma.
    È un atteggiamento che abbiamo perso?
    È saggio averlo perso?
    E' tutto giusto; quello che dicevo è solo che secondo me non l'abbiamo tutti genericamente perso, così come è vero che non l'abbiamo genericamente tutti avuto in passato. Solo questo; sto solo dicendo che un secolo fa il mondo non era romantico come lo descrivi... anzi, sto dicendo che per certi versi secondo me lo era ancora meno.

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