Sono appena rientrata dall'annuale cena con il nucleo degli amici dell'università.
Siamo pochi, ci vediamo una volta all'anno, a natale. Perchè è a natale che la gente lascia il luogo di lavoro per tornare alle famiglie.
Parliamo di Bologna e Rimini ma anche e soprattutto Inghilterra, Iralanda e Stati Uniti dove vive la maggior parte di loro.
V. mi ha contattato oggi pomeriggio per dirmi che non ci sarebbe stata, che ha la febbre. E che le dispiace. Perchè doveva fare un annuncio. Quest'altr anno si sposa.
Come sono entrata al ristorante A. mi ha comunicato che lui è dietro la casa. A marzo pronuncerà il suo sì. M. mi ha mostrato le foto della festa di fidanzamento. Durante la cena ci siamo chiesti che fine avesse fatto L. E' a casa in attesa del secondo figlio.
Io mi sentivo. totalmente. fuori dal mondo.
Sarà che io mi sento ancora piccola. Sarà che ho ancora talmente tante cose da fare prima di pensare a fermarmi in un luogo.
Non ho radici. Ho bisogno di vedere altre culture, altri posti, altra gente. Guardo le mie amiche delle elementari, fermate nel paesino da 1500 anime in cui siamo cresciute, sposate e con figli.
Poi guardo me e non mi riconosco nelle loro vite.
Io vedo ancora tanta strada davanti a me, aerei da prendere, posti da visitare, spiagge su cui sbronzarmi, stelle da vedere. Ho chiamato sconvolta il mio migliore amico a Parigi. Abbiamo fatto l'università insieme tutti noi, sugli stessi banchi. Mi ha chiesto perchè sei giù? Vorresti per caso essere al posto di M.? Dai Sere non credo proprio. A che età bisogna cominciare a mettere la testa a posto?
Ok ora tiratemi su di morale. Per farmi perdonare mi scatterò una foto alle tette con scritto "thanks for the info".