La farebbero nelle fiandre, a Westvleteren nel più piccolo dei monasteri trappisti.
A differenza delle altre 6 però, è probabilmente l'ultima vera birra ad essere prodotta secondo la tradizione di un marchio - quello trappista appunto - che ha perso parecchio fascino negli ultimi tempi. Specie dopo il caso della birra 'La trappe', esclusa e poi riammessa, prodotta negli stessi stabilimenti in cui viene prodotta la Bavaria. Cioè la Bavaria... questo di per sè è un marchio di infamia.
L'unico modo per comprarla è andare lì, in Belgio, appena fuori dall'abbazia. Oppure allungare quei 10€ a bottiglia a chi ci va per rivenderle. Di certo non la trovate al supermercato come la Chimay, o la Orval. Se ci andate coi vuoti tanto meglio.
Io non so dirvi se è la migliore birra del mondo. Però bisogna ammettere che non serve un esperto degustatore per riconoscere un gusto davvero originale, mai sentito prima. Presente quella rubrica del telegiornale in cui l'esperto enologo assaggia un tavernello e ne descrive le essenze di sughero, cioccolato, vaniglia, zucchero di canna, gioggiopa, pino silvestre, amianto, protossido di azoto e merda di gatto?
Niente del genere. Una birra dannatamente vera. Maltosa, profumata e dolce nonostante un grado alcolico notevole (e adesso che scrivo me ne accorgo, quindi tenetene conto). Che a differenza di tante birre belghe (di cui non sono un estimatore) non si avverte per niente.
Toh, Skål