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  1. #1

    Se le api dovessero scomparire, al genere umano resterebbero cinque anni di vita

    Muoriremo tutti!
    All’inizio sembrava una di quelle notizie “millenariste”, “catastrofiste”, una di quelle cose insomma che vanno di moda da Kyoto in poi e che in fondo lasciano il tempo che trovano… la fine del Mondo che si avvicina, i sensi di colpa di una società troppo opulenta ed ineluttabilmente in declino… Poi oltre la boutade, oltre il ragionevole scrupolo da “uomo-qualunque” e l’innegabile fascino da scoop giornalistico sono cominciate ad arrivare le prime conferme scientifiche, la cruda analisi dei dati, i bollettini specializzati e i bilanci delle associazioni di categoria, gli allarmi di enti locali e nazionali.

    Allora adesso possiamo dirlo, si può dire, anzi adesso è meglio che lo si dica e si cominci anche a rifletterci seriamente: le api stanno morendo. Muoiono in tutto il mondo. Con percentuali diverse, probabilmente per cause e concause diverse tra loro, ma stanno proprio morendo. E’ un dato di fatto, è una orrenda certezza statistica. E, purtroppo, non è nemmeno più una novità: succede da anni, costantemente, senza margini d’errore.
    Siccome in certi casi spaventarsi è non solo giusto ma anche doveroso, cominciamo da una frase di Einstein ( o almeno attribuita ad Einstein ma si sa che citare una frase di Einstein fa sempre più effetto, quindi stabiliamo che sia davvero sua) : “Se le api dovessero scomparire, al genere umano resterebbero cinque anni di vita”.
    Il ragionamento che sottende all'affermazione è sicuramente valido, sia o meno di Einstein, almeno in via di principio: niente più api, niente più impollinazione, niente più frutta e vegetali (non tutti, ma gran parte), con conseguente spirale a discendere il cui limite sta solo nella fantasia di ciascuno di noi.

    Cosa vuol dire “le api stanno morendo”?
    Vuol dire che in Italia, secondo le stime riferite al 2007 dell’Agenzia per la protezione dell'ambiente e i servizi tecnici (Apat), il numero degli insetti si è dimezzato. In un anno. Una cifra enorme con rischi gravi per i delicati equilibri dell'ecosistema e per il ciclo naturale, con danni economici stimati in 250 milioni di euro. Il disastro interessa tutta l'Europa, con una perdita tra il 30% e il 50% del patrimonio di api; ed è ancora più grave negli Stati Uniti, con punte anche del 60-70% in alcune aree per il fenomeno da spopolamento definito Ccd (Colony collapse disorder). L’allarme negli USA è scattato almeno nel 2003; da allora la strage continua. E si allarga.

    Perché? Con certezza non lo sa nessuno, perlomeno nessuno è in grado di individuare un’unica causa. Semmai molteplici concause. L’inquinamento (di aria, acqua e suolo), i cambiamenti climatici repentini e prolungati, che avrebbero influito negativamente sulla disponibilità e sulla qualità dei pascoli e dell’acqua. Per quanto riguarda l’inquinamento, le maggiori responsabilità sono attribuibili all’inquinamento da fitofarmaci e da pesticidi come i neonicotinoidi a base di imidacloprid. Come il Gaucho della Bayer, a detta dell’entomologo Giorgio Celli. La Bayer ha introdotto sul mercato un nuovo prodotto, quando ancora si stanno studiando i suoi effetti sulle api. Per colpa dei telefonini, secondo uno studio condotto dal dottor Jochen Kuhn dell’Università di Landau. Kuhn imputa alla crescita esponenziale dell’inquinamento elettromagnetico il fatto che le api, stordite e sviate dal segnale dei telefonini, perdano il senso dell’orientamento. Ma peggio ancora il caos elettromagnetico favorirebbe alcune malattie come virosi e varroa (malattia causata da un acaro che attacca sia la covata sia l’ape adulta, e la cui diffusione è favorita proprio da queste forme di inquinamento). Per quanto riguarda i cambiamenti climatici, le maggiori responsabilità sono attribuibili all’andamento sempre più irregolare del clima (periodi siccitosi prolungati, periodi con temperature molto elevate seguiti da repentini ritorni di freddo, temporali intensi) che comporta un’interruzione al flusso normale dei nutrienti necessari alle api per la loro crescita e per il loro sviluppo, indebolendo di conseguenza le difese dell’alveare. Il problema è che così come l’italiana APAT nessuno oggi al mondo è in grado di identificare una sola causa.
    Ma tutti sono d’accordo sugli effetti, del resto ben visibili: crollo verticale delle popolazioni di api in tutto il mondo.

    A rischio. Sono le colture di mele, pere, mandorle, agrumi, pesche, kiwi, castagne, ciliegie, albicocche, susine, meloni, pomodori, zucchine, soia, girasole e colza (come denunciato dalla Coldiretti), ovvero tutte quelle piante la cui produzione dipende completamente o in parte dalle api (grazie alla loro impollinazione). Ma a rischio sono anche gli allevamenti, visto la sempre minore impollinazione da parte delle api delle colture foraggiere a seme (come l’erba medica ed il trifoglio) fondamentali per i prati destinati a pascolo. Il forte calo dei prodotti agricoli e da allevamento comporta effetti negativi inevitabili come un aumento sensibile del suo prezzo di mercato e un aumento delle importazione dall’estero, con tutto quello che ne concerne…
    Insomma, di sicuro c’è solo che l’uomo si sta dando la zappa sui piedi, se già non se li è amputati.

    http://www.ariannaeditrice.it/artico...articolo=17450
    Aeterna salutami Dio mi raccomando, e ricordati di me!

  2. #2
    Utente bannato
    Registrato dal
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    0
    Vorrà dire che faremo affidamento sui calabroni...

  3. #3
    se le api scompaiono
    metà degli sviluppatori web vanno a casa


    miooooooooooooodddio quanto sono nerd
    Io non odio Berlusconi, è lui che odia tutti noi!

  4. #4
    Utente di HTML.it L'avatar di miki.
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    Originariamente inviato da Mame 2.0
    se le api scompaiono
    metà degli sviluppatori web vanno a casa


    miooooooooooooodddio quanto sono nerd
    anch'io ho pensato alle stesse API, e se queste scompariscono il mondo finisce prima dei 5 anni
    You cannot discover new oceans unless you have the courage to lose sight of the shore

    Caro Dio, quando nelle preghiere ti chiedevo di far morire quel pedofilo truccato, liftato,mentalmente disturbato e di colore indefinibile, non intendevo Michael Jackson.

  5. #5
    Originariamente inviato da miki.
    anch'io ho pensato alle stesse API, e se queste scompariscono il mondo finisce prima dei 5 anni
    penso nel giro di una settimana più o meno
    Io non odio Berlusconi, è lui che odia tutti noi!

  6. #6
    Originariamente inviato da Mame 2.0

    miooooooooooooodddio quanto sono nerd
    zitto che ho pensato alle stesse API

  7. #7
    Originariamente inviato da gabip87
    zitto che ho pensato alle stesse API
    Presente anch'io!

  8. #8
    Utente di HTML.it L'avatar di capsula
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    Jan 2006
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    non so cosa sono le api del web

    fiuuuuuu forse salvo

  9. #9
    Per questo che io salvo anche i javadoc su cd.
    Flectere si nequeo superos acheronta movebo

  10. #10
    Utente di HTML.it L'avatar di fred84
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    434
    siete irrecuperabili

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