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  1. #1

    I buchi nel moltiplicatore fiscale

    <<Il governo federale sta spedendo a ognuno di noi un rimborso di 600 dollari. Se lo spendiamo da Wal-Mart, quei soldi andranno alla Cina. Se lo spendiamo in benzina, andranno agli arabi. Se acquistiamo un computer o del software, andranno all’India. Se compriamo frutta e verdura, andranno a Messico, Honduras e Guatemala. Se acquistiamo una bella auto, andranno alla Germania. Se compriamo inutili gadget, andranno a Taiwan, e nessuno di questi acquisti aiuterà l’economia americana. L’unico modo per tenere qui quei soldi è di spenderli in prostitute e birra, perché questi sono gli unici prodotti ancora realizzati negli Stati Uniti. Io ho fatto la mia parte.>>


    http://phastidio.net/2009/02/12/i-bu...ale/#more-2620

  2. #2
    questo è vero solo in parte perchè se è vero che parte del prezzo va a remunerare il produttore estero è anche vero che la maggior parte va a remunerare la rete commerciale e gli annessi che sono nazionali.
    Anzi la forza del commercio globale sta proprio in questo:il produttore si accontenta di margini ridotti, il grosso va alla rete commerciale, un paese che non produce niente (come sostanzialmente l'italia) può considerarsi un paese ricco rispetto agli altri perchè vive di questa rete accessoria che non produce niente mas sostanzialmente si autosfama, gli equilibri sono segnati, le risorse sono assegnate.
    Effetti indesiderati: meno sai fare e più sei ricco,in Africa muoiono di fame e gli straccioni vengono bombardati impunemente, ma questa è un'altra storia....

  3. #3
    Utente di HTML.it L'avatar di gioggio
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    visto che phastidio ve lo siete ormai "imparato" oggi vi segnalo voxeu (il sito cugggino de lavoce.info) con questo lucidissimo articolo sul perchè questa volta è differente e sul perchè obama ha iniziato con il piede sbagliato...

    http://www.voxeu.org/index.php?q=node/3065

    ovviamente è tutto in inglese...
    "La vita umana è breve, ma io vorrei viverla sempre" (25/11/1970)

  4. #4
    Utente di HTML.it L'avatar di gioggio
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    Originariamente inviato da robertetti
    questo è vero solo in parte perchè se è vero che parte del prezzo va a remunerare il produttore estero è anche vero che la maggior parte va a remunerare la rete commerciale e gli annessi che sono nazionali.
    Anzi la forza del commercio globale sta proprio in questo:il produttore si accontenta di margini ridotti, il grosso va alla rete commerciale, un paese che non produce niente (come sostanzialmente l'italia) può considerarsi un paese ricco rispetto agli altri perchè vive di questa rete accessoria che non produce niente mas sostanzialmente si autosfama, gli equilibri sono segnati, le risorse sono assegnate.
    Effetti indesiderati: meno sai fare e più sei ricco,in Africa muoiono di fame e gli straccioni vengono bombardati impunemente, ma questa è un'altra storia....
    non sono molto d'accordo per due motivi...

    si parla dell'efficacia dello stimolo fiscale per rilanciare il mercato interno... anche lasciando da parte la considerazione sull'aumentata propensione al risparmio dei consumatori alle prese con il rientro dell'indebitamento, che minano alla base l'efficacia di questo tipo di operazione (uno dei motivi per cui obama sbaglia), bisognerebbe innanzitutto valutare la localizzazione dei vari anelli della catena distributiva...

    e già qua, ho grossi dubbi sul fatto che il grosso della catena, e conseguentemente dei profitti trattenuti, sia ubicato nel paese che predispone lo stimolo...
    in secondo luogo anche nell'ipotesi di maggiori margini della fase commerciale rispetto a quella produttiva (già per l'elettronica ho forti dubbi che questa ipotesi funzioni), saranno proprio questi ad essere compressi maggiormente dalla minore disponibilità di spesa del consumatore finale...

    adesso stiamo assistendo ad un aumento delle scorte (aka prodotti realizzati/comprati a prezzo pieno in fase di bolla e da smaltire a prezzo compresso in fase di recessione) che andrà liquidato... i produttori possono tagliare la produzione per mantenere alto il prezzo (quello che stanno cercando di fare i petrolieri) i distributori sono costretti a tagliare comunque i margini, stretti tra la morsa di una offerta che cala a parità di prezzo e una domanda che langue e ha bisogno di prezzi più bassi per riprendersi... da cui segue un calo dei fatturati complessivi e un crollo del margine operativo...

    comunque sono ipotesi del sesto tipo carpiato dato che, finchè i consumatori non saranno più tranquilli sia dal punto di vista della tutela dell'origine del loro reddito (messa in discussione dall'aumento della disoccupazione), sia dal punto di vista dell'effettiva disponibilità dello stesso per gli acquisti (minata dalla necessità di rientrare dall'indebitamento pregresso), non ci sarà trippa per gatti o stimolo fiscale che tenga...

    questo vale principalmente per USA e UK, ma anche per gli altri con vari gradi di severità...
    "La vita umana è breve, ma io vorrei viverla sempre" (25/11/1970)

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