In una cittadina della Germania degli anni '50, il 15enne Michael conosce per caso una donna sui trent'anni, Hanna, enigmatica e solitaria: i due diventano amanti e vivono un'estate di sesso e passione. Michael, pieno dell'ingenuità e del fuoco dell'adolescenza si innamora ben presto di quella donna, che prima di concedersi gli chiede di leggergli dei libri, libri che sembrano aprire in lei emozioni prima represse.
Ma, come è arrivata nella vita di Michael, così Hanna una sera scomparirà senza lasciare tracce.
Michael, cresciuto ed iscrittosi alla facoltà di legge ad Heidelberg, ritroverà Hanna nel 1966, andando ad assistere a un processo sui crimini nazisti e scoprendo che lei è una delle imputate.
“The Reader” è un film basato sul senso di colpa. Quello tremendo, indescrivibile, di Hanna. Quello di Michael, nel conflitto della sua coscienza. Quello di un intero paese, la Germania, condannato a portare il peso di crimini che pesano su tutti i tedeschi, per la sola colpa di appartenere a quel popolo. E' un film che cresce fino ad esercitare una pressione emotiva fortissima e a creare un conflitto nello spettatore tra il proprio senso di pietà umana che si scontra con l'impossibilità di giustificare. Lo stesso conflitto che vive Michael, che vivrà il passato suo e di Hanna come una condanna tormentosa che emerge a tratti dai suoi pensieri.
Film difficile, intenso, interpretato magnificamente, dove una volta di più la forza della parola può essere il filo sottile che lega destini e coscienze, e il solo modo per giungere alla catarsi, in qualunque forma ci si possa arrivare.
Di Stephen Daldry, il regista, avevo visto “The Hours”, anch'esso mi aveva lasciato sensazioni simili, ma questo film forse ne crea ancora di più forti.
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p.s.: Per l'interpretazione di Hanna in questo film, Kate Winslet ha vinto il Golden Globe, ma l'intero cast merita il plauso.