A quanto pare le ronde potranno essere finanziate da privati.
Questa cosa rappresenta un rischio gravissimo.
Il decreto legge sulle ronde, pubblicato il 24 febbraio sulla Gazzetta Ufficiale numero 45, all'articolo 6 prevede che "i sindaci, previa intesa con il prefetto, possono avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini non armati al fine di segnalare alle forze di polizia eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana". Le associazioni dovranno essere iscritte in un apposito elenco tenuto dal Prefetto. Il sindaco dovrà avvalersi "in via prioritaria" delle associazioni composte da personale delle forze dell'ordine in congedo. Poi al comma 5, il decreto aggiunge: le associazioni diverse da quelle composte da personale delle forze dell'ordine in congedo "sono iscritte negli elenchi solo se non siano destinatarie, a nessun titolo, di risorse economiche a carico della finanza pubblica".
Ecco il punto: come si finanzieranno le associazioni tra normali cittadini? Chi provvederà al rimborso delle loro spese? Il decreto legge non esclude che i "volontari per la sicurezza" possano essere pagati da privati, persone fisiche o aziende: se non vorranno rimetterci di tasca propria, potranno farsi sponsorizzare. Nessuno glielo può impedire. Almeno stando alla lettura del testo. Salvo nuove sorprese che potranno arrivare dal decreto d'attuazione del Viminale, da adottare entro 60 giorni. Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, tiene infatti duro: nelle ronde verrà attuato "un controllo fortissimo da parte degli organi di polizia su chi vi partecipa". E su chi le finanzia?
Per quanto riguarda l'uso delle armi, invece, è molto eloquente l'articolo di Pino Corrias:
“Se qualcosa può andar storto, lo farà”. Anche questa storia delle ronde – appena diventate legge nell’Italia assediata dall’ossessione sicurezza – rispetterà la prima legge di Murphy. Cittadini con basco e pettorina (e torcia elettrica e cane lupo e telefonino) a caccia, nel buio delle periferie, di una traccia da inseguire, di un sospetto da segnalare, di un crimine da sventare. Tutto qui? Secondo gli ottimisti sì, tutto qui, una normale “Passeggiata per la legalità”, come la definiscono i ragazzi con la testa rasata di Forza Nuova a Torino intruppati in manipoli, o i militanti della Guardia Padana che si stanno organizzando tra le nebbie del Nord.
Invece no. Probabile – come ha avvertito per tempo l’ex prefetto Achille Serra – che prima o poi spunteranno le armi di difesa personale, magari i coltelli e i bastguardia padana, forza nuova, oni, che finiranno per coincidere con quelle di aggressione. Chi si avventurerà di notte nel buio di un parco? Il più coraggioso? Il più aggressivo? Il più spaccone? E siamo sicuri che la pattuglia di turno non regolerà i conti con un vicino di casa detestato, con un bar troppo rumoroso, con una palazzina abitata da stranieri? E se dovessero essere aggrediti da un gruppo di spacciatori in fuga, come reagiranno i buoni cittadini delle ronde? Chi avrà la peggio?
Dopo la rissa la vendetta. Dopo i feriti la spedizione puntiva: fa tutto parte delle normali reazioni a catena che insanguinano le strade di infinite città del mondo. Per questo da un paio di secoli, almeno nell’Occidente democratico, esistono forze di sicurezza pubblica. Privatizzarle – con forza di legge – è il crimine di strada di uno Stato fallito.
Nel frattempo quel demente di Borghezio si sta già attivando con la creazione di apposite "scuole" per rondisti.
Stiamo a posto stiamo