Germania, in una città imprecisata.
Un liceo come tanti.
Ragazzi come tutti i ragazzi di un liceo, oggi, con tutte le sfaccettature del loro universo giovanile.
Un insegnante, progressista, che dovrebbe tenere un corso di “autocrazia” a una platea di studenti indolenti e annoiati.
Un corso di una settimana.
E che ha l’idea di imporre ai suoi studenti, per una settimana, delle regole. Per provare loro come si può costruire una dittatura.
Regole prima soltanto formali che poi si estenderanno fino ad adottare una divisa, un simbolo, uno spirito di gruppo. Il tutto con le reazioni entusiastiche della grande maggioranza degli studenti, attratti ed interessati a quella sorta di gioco di ruolo.
Gioco che comporterà però un rischio enorme.
Quello di sfuggire di mano.
Non è un film da apprezzare sul piano artistico, questo del tedesco Dennis Gansel. All’inizio un po’ slegato, con diverse ingenuità persino nel raccontare le tappe quotidiane attraverso le quali si sviluppa la vicenda.
Ma è sul piano dei contenuti che risulta centrato nel dimostrare come, in fondo, basti molto poco per riuscire a convincere altre persone che rinunciare alla propria libertà e persino impedirla agli altri può essere giusto, se ciò serve a sentirsi migliori anche con se stessi e diversi dal resto del mondo. E in ciò il film ha una sua inquietante efficacia e una buona resa spettacolare.
Globale ***
P.s.: il film è ispirato a un vero esperimento che si tenne in una scuola americana negli anni ’60.