L'alta velocità sbarca sul web in Danimarca battuto il record Al politecnico di Lyngby superato il terabit al secondo. Cinquantamila volte superiore alle connessioni top dei provider commerciali di GIOVANNI GAGLIARDI L'alta velocità sbarca sul web in Danimarca battuto il record COPENAGHEN - Veloci, anzi velocissime. E' il futuro delle comunicazioni internet. Un futuro che all'Istituto di fotonica del politecnico di Lyngby, in Danimarca, è già diventato realtà. I ricercatori, per la prima volta al mondo, hanno superato la cosiddetta "soglia del terabit", ossia la possibilità di trasmettere dati a 1.000 gigabit al secondo. Una performance mostruosa. Per semplificare, circa cinquantamila volte superiore alle connessioni più veloci messe a disposizione dai provider commerciali e che potrebbe permettere di scaricare 80 film al secondo su un dvd. "Abbiamo battuto ogni record mondiale", ha detto con orgoglio il responsabile della ricerca, Leif Katsuo Oxenlowe, ribadendo l'importanza dei risultati ottenuti nel momento in cui la comunicazione via internet sta crescendo del 60 per cento ogni anno. Una impennata del traffico dovuta, tra l'altro, alla digitalizzazione di massa di Paesi come la Cina e alla diffusione di servizi come la webTV. Per capire meglio la portata del record danese, basta fare qualche altro confronto: la massima velocità che possono toccare le reti locali più recenti, le LAN, è di un gigabit, l'attuale infrastruttura del web tocca il limite dei 10 gigabit al secondo, mentre un'azienda canadese ha appena presentato una nuova generazioni di prodotti in grado di far transitare sui propri circuiti dai 40 ai 100 gigabit al secondo di dati. L'alta velocità si ottiene per mezzo di particelle di luce (fotoni) incanalate in una fibra ottica. I giapponesi avevano provato per anni a sfondare la soglia del terabit senza riuscirci e avevano sospeso le ricerche nel 2004. Il record mondiale finora raggiunto era di 640.000 bit al secondo e solo cinque laboratori nel mondo sono stati in grado di realizzarlo. Aumentando la velocità di trasmissione della rete, si potrà anche risparmiare molta energia elettrica ed emettere nell'atmosfera meno Co2. Un argomento, quello dell'inquinamento di internet, che era balzato prepotentemente alla ribalta all'inizio dell'anno, quando Alex Wissner-Gross, un fisico della prestigiosa Università di Harvard, aveva pubblicato una ricerca, sostenendo che ogni ricerca eseguita su Google, immetterebbe nell'atmosfera 7 grammi di anidride carbonica. Un dato contestato dal motore di ricerca e ridimensionato da altri esperti, che comunque ricordavano come ogni nuovo servizio del web non sia solo "divertimento e aria calda", ma abbia anche un prezzo ambientale. (2 marzo 2009)