(...) E infatti, quando poi hanno capito che questi quattro neri disgraziati – cioè Charlie Parker, Dizzy Gillespie, Max Roach e Bud Powell – avevano creato qualcosa di sconvolgente e inaudito, che cosa hanno fatto? Hanno inventato il rock and roll.
Consideri il rock and roll come una reazione al jazz, una specie di controriforma musicale?
Esattamente, come una reazione della società bianca americana, finalizzata non solo a soffocare un linguaggio musicale travolgente, ma anche ad arginare il "pericolo" di un'affermazione dei neri, a contenere la minaccia di una cultura afro-americana che aveva in sé dei significati di protesta contro il primato e la violenza dei bianchi americani. Voglio dire: se, per assurdo, il jazz lo avessero inventato a Salisburgo, pensi che sarebbe stato così osteggiato? È evidente che un linguaggio del genere, con questo potenziale, con una ricchezza e una simile forza evolutiva, non sarebbe mai stato bistrattato, se in esso non fosse stato riconosciuto un qualche significato politico, una minaccia per una società che tendeva ad opprimere i neri e a contrastarne ogni forma di emancipazione.