A dicembre viene istituita la Carta Acquisti, più nota come Social Card. È una carta di credito del circuito Mastercard che il governo ricarica con 80 euro ogni bimestre. Serve per fare acquisti in farmacia, nei supermercati e per pagare le bollette di luce e gas. È una misura del Ministro Tremonti per aiutare le persone bisognose, in particolare di fronte all’incalzare della recessione.
I destinatari previsti dal Ministro sono 1 milione e 300 mila, dato preso dall’Agenzia delle Entrate e dall’Inps. Sono i cittadini con 65 anni e un reddito fino a 6 mila euro l’anno, quelli di 70 anni e un reddito fino a 8 mila euro l’anno, e chi ha un figlio minore di 3 anni e un reddito fino a 6 mila euro l’anno.
Ma le regole per usufruire della carta sono molto più complicate, tra le altre cose, non bisogna avere la proprietà di un immobile a uso abitativo per oltre il 25%. A dicembre quelli che hanno ricevuto la lettera del ministero vanno all’ufficio postale per ritirare i moduli. Sono in 520 mila.
La trafila è piuttosto lunga e umiliante. Per prima cosa bisogna recarsi al CAF con il contratto d’affitto e il saldo del conto corrente. Con questi documenti si richiede di fare il modello ISEE e se l’ISEE risulta inferiore ai 6 mila euro si ritorna all'ufficio postale per compilare il modulo di richiesta della social card.
Ma i problemi non finiscono qui... A Natale un terzo delle carte consegnate era scarico. A fine gennaio nulla era cambiato. E può capitare anche la carta sia carica, ma che sia impossibile effettuare il pagamento al supermercato.
Sta di fatto che dei 1.300.000 destinatari stimati ad oggi, le richieste effettuate sono state 700.000 e le carte consegnate 517.000. Forse perché siamo più ricchi del previsto, o perchè i vincoli posti per usufruire delle social card sono troppo stringenti.
Ma aver scelto questa modalità, quanto costa?
- circa 30 centesimi a lettera che per 1 milione e 300 mila destinatari fa 400.000 euro che il ministero ha pagato subito alle Poste.
- poi c’è la compilazione del modulo ISEE. L’INPS delega i CAF, che ovviamente si fanno pagare. Ufficiosamente tra i 15 e i 20 euro, pagati dall'Inps. In totale le domande sono circa 700 mila che fa almeno 10.500.000 euro per i Caf.
- dopo il Caf, ci sono le Poste, che hanno l’appalto per la distribuzione delle carte. Il costo per carta è al di sotto di 1,90 euro e le carte stampate 2.000.000. Fanno 2.180.000 euro.
- Il circuito che offre il servizio è MasterCard, che però non ha voluto dire quanto ci guadagna con le social card.
Sommando anche pubblicità e costi di formazione degli addetti, il costo complessivo delle social card si aggira intorno ai 21 milioni di euro.
Il reddito minimo garantito viene dato nella maggior parte dei paesi europei. Però misure come quese richiedono tempi lunghi e non consentono una visibilità immediata, che proviene invece dall’annuncio di misure straordinarie. Nel decreto anticrisi di fine novembre, il ministro Tremonti ha previsto di aiutare chi ha un mutuo a tasso variabile sulla prima casa stipulato entro il 31 ottobre 2008, per loro le rate 2009 hanno un tetto del 4%. Se il tasso va oltre il governo mette la differenza. Ma proprio a novembre i tassi sono scesi e la maggior parte dei mutui a tasso variabile sono al di sotto del 4%.JÉRÔME VIGNON – DIR. GENERALE AFFARI SOCIALI E OCCUPAZIONE UE:
Abbiamo misurato quale sarebbe la povertà se non esistessero misure di protezione sociale, e il risultato è che sarebbe del 24%, mentre con gli attuali sistemi scende al 16%. In Italia, però, il livello medio di povertà oggi è al 20%, ma senza le politiche sociali sarebbe del 24%, dunque non c’è un grande scarto e questo vuol dire che il vostro sistema, paragonato con quello degli altri paesi europei, è insufficiente.
Ma fu proprio Tremonti con la finanziaria del 2001 a invitare comuni, province e regioni, a cui aveva ridotto i trasferimenti, a trovare nuove risorse o rinegoziare i debiti facendo ricorso a strumenti finanziari creativi.DA CHE TEMPO CHE FA DEL 18/01/2009 - Giulio Tremonti:
I derivati sono fondamentalmente delle scommesse. All’inizio erano una tecnica di assicurazione, poi sono diventati una tecnica di scommessa in cui la finanza è derivata e deviata diventando fine a se stessa puramente speculativa e irresponsabile.
Tuttavia questo parere non sembra essere stato accolto. Il risultato è che tante piccole e medie imprese sono costrette a rivolgersi alle banche per ottenere finanziamenti che diventano necessari per sopravvivere, in attesa dei pagamenti della pubblica amministrazione. Fortunatamente Tremonti, quando non è impegnato come ministro, fornisce consulenze finanziarie alle aziende.AUDIZIONE PARLAMENTARE DEL 17/03/2009 - Mario Draghi, Governatore della Banca D’Italia:
I crediti commerciali che le imprese vantano nei confronti delle amministrazioni pubbliche sono molto elevati, circa il 2,5% del Prodotto Interno Lordo. Un’accelerazione dei pagamenti darebbe sostegno alle imprese senza appesantire strutturalmente i conti pubblici.
Il provvedimento appena varato si chiama Tremonti Bond, un prestito alle banche per 10-12 miliardi, al tasso del 7,5%.
Il tasso aumenta annualmente e la banca è libera di decidere quando restituirlo. Se però non fa utile, l’interesse non lo paga per niente. Nel breve, questo denaro rafforza la banca e risulta molto più conveniente di altre forme di aumento del capitale, in cambio lo stato impone di mantenere il credito alle imprese e alle famiglie. Impone di sospendere per un anno il pagamento del mutuo al cliente che ha perso il lavoro, e di anticipare gli assegni ai lavoratori in cassa integrazione. Se queste condizioni non venissero rispettate si scrive ai Prefetti che non potranno fare altro che ricevere le lettere di protesta dei clienti e girarle alla banca.
Le regole che hanno depotenziato il reato di falso in bilancio sono state fatte nel 2002 dal governo Berlusconi con Tremonti all’Economia. All’epoca lodò l’operazione e oggi l'idea di ripristinare le pene non sembra essere tra le sue priorità. Il suo pensiero continua ad essere questo:TG1 DEL 03/01/2009 - Giulio Tremonti:
Dobbiamo fare nuove regole e le regole non le fanno i regolati, le regole le fanno i governi e le autorità. Bisogna vietare certi contratti, vietare di andare in certi paesi, paradisi legali, vietare di fare bilanci falsi come è avvenuto in tutto questo periodo.
Giulio Tremonti:
Vede, allora, in America dove si dice le leggi sono giuste, la galera è sicura e così via è successo il disastro della finanza. Quindi vuol dire che, anche una legge penale sul falso in bilancio molto severa non serve a eliminare i disastri.
Un regolamento ministeriale dice: se un amministratore è condannato in primo grado per bancarotta, per esempio, a decidere se resta nel Cda della banca, è l’assemblea dei soci. Cesare Geronzi per il crack Italcase è stato condannato in primo grado ad un anno e otto mesi per bancarotta, oltre che dichiarato inabile all’impresa commerciale dal Tribunale di Brescia. Oggi è Presidente di Mediobanca. Divo Gronchi ha una condanna a una anno e otto mesi per bancarotta semplice e preferenziale. L’assemblea dei soci di Banca Popolare Italiana ha deliberato di non revocargli la carica di amministratore. Oggi è amministratore delegato di Banca Popolare di Vicenza. Vincenzo De Bustis, quando dirigeva la Banca di Salento ha venduto prodotti che gli hanno procurato una condanna per cause legate alla truffa di 90 mila risparmiatori. Oggi è numero uno di Deutsche Bank Italia. La lista è lunga.DA “CHE TEMPO CHE FA” DEL 18/01/2009 - Giulio Tremonti :
Bisogna scrivere nuove regole mandare a casa quelli che hanno creato tutto questo disastro e ricominciare da capo.
E' evidente che i criteri di onorabilità andrebbero riscritti, ma c'è di che dubitare sul fatto che lo si faccia davvero.