Da Repubblica
Il premier risponde a Franceschini che lo aveva sfidato
"Non si possono equiparare repubblichini e combattenti per la democrazia"
Berlusconi apre su Salò
"Ritiro la legge sui partigiani"
E già si scalda il fronte del Primo maggio: "Festa di tutti"
UDINE - Archiviata la pratica 25 aprile, l'asticella della politica si alza di un'altra tacca: la Repubblica di Salò. Dario Franceshini chiede al Pdl di ritirare la proposta di legge che vorrebbe l'equiparazione tra repubblichini e partigiani. E per il secondo giorno consecutivo Silvio Berlusconi lancia un messaggio politico inequivocabile: sarà fatto. "Non sapevamo che fosse stato presentato questo disegno di legge che sarà certamente ritirato".
Parlando da Udine Franceschini, durante una sosta del Treno per l'Europa prima ribadisce di aver apprezzato quanto detto ieri dal presidente del Consiglio ("la lotta al nazismo fu il valore fondante dell'Italia, no all'equidistanza fra partigiani e fascisti"), ma ha chiesto fatti: "E' inaccettabile voler equiparare chi lottò e morì per la democrazia a quelli che combatterono dalla parte sbagliata. Mi aspetto che domani il Pdl ritiri la proposta di legge".
Una cosa, ha ripetuto il leader del Pd, "è il rispetto e la pietà umana per i caduti di tutte le guerre, un'altra cosa è l'equiparazione. In quella guerra c'era chi era dalla parte sbagliata, insieme al nazismo e al fascismo, e c'erano i partigiani che stavano dalla parte giusta, insieme agli alleati, per restituire all'Italia libertà e democrazia".
Insomma, lo scontro politico a colpi di memoria storica tra passato condiviso e revisionismo va avanti. Fino all'intervento di Berlusconi che ha smentito anche due suoi colonnelli che avevano accusato Franceschini di voler strumentalizzare una proposta di legge non ispirata dalla maggioranza e dal governo. La legge che vorrebbe un'equiparazione di repubblichini e partigiani è frutto, avevano detto in una nota il capogruppo Pdl Cicchitto e il vice Bocchino "di un'iniziativa bipartisan, tant'è che registrò la firma di una serie di parlamentari, non solo del Pdl ma anche del Pd".
Ma c'è un altro fronte che si apre in questi giorni e ancora una volta riguarda la memoria: la festa del Primo maggio. Dice ancora Franceschini: "E' la festa di tutti i lavoratori - dice - non è né di Tizio né di Caio, né lo sarà mai". La palla è di nuovo nell'altro campo.