il governo è tenuto a emanare, entro due anni, i decreti attuativi
Federalismo a regime tra cinque anni
Fisco organizzato su più livelli. Le funzioni delle Regioni si dividono in "fondamentali" e "non essenziali"
MILANO - Il via libera definitivo del Senato al ddl sul federalismo fiscale rappresenta solo un'importante tappa della riforma targata Lega Nord che andrà a regime non prima di cinque anni. Ecco i prossimi passaggi della riforma.
ENTRO 2 ANNI DECRETI ATTUATIVI - Dopo il via libera definitivo al disegno di legge delega, la "cornice" della riforma, il governo è tenuto a emanare, al massimo in due anni, i decreti attuativi, il primo dei quali riguarderà l'armonizzazione dei sistemi di calcolo dei bilanci pubblici. Insieme al primo decreto attuativo arriveranno i primi numeri sull'impatto del provvedimento. Con il decreto, infatti, l'esecutivo è tenuto anche a fornire una relazione sui primi dati dell'impatto del federalismo fiscale sui conti pubblici. Il governo avrà poi tempo altri due anni per i dl correttivi. A vigilare sui decreti attuativi sarà una commissione bicamerale ad hoc, prevista nel provvedimento. Il Pd ha chiesto e ottenuto che il governo si impegni a fornire almeno una simulazione sull'impatto sui conti pubblici della riforma entro 4 mesi.
ENTRO 7 ANNI PIENA ENTRATA A REGIME - L'entrata a regime effettiva del federalismo fiscale avverrà non prima di 5 anni, ma entro un massimo di 7 anni dal sì di Palazzo Madama. Una data che si desume dal fatto che, secondo la delega, il governo è tenuto a indicare in uno dei decreti attuativi (che vanno approvati al massimo entro 24 mesi) un termine a partire dal quale, al massimo entro cinque anni, dovrà essere completato il passaggio dalla spesa storica al costo standard. Si tratta del cuore del provvedimento che quindi sarà completamente a regime al massimo nel 2016.
I PUNTI DELLA LEGGE - Arriva un nuovo fisco su misura per le autonomie territoriali. Ogni livello di governo dovrà assolvere a una serie di attività, alcune delle quali considerate fondamentali e per le quali va garantito pari livello di servizio in tutto il Paese. Funzioni che Regioni, Province, Comuni, Città metropolitane copriranno con tributi propri, compartecipazioni al gettito erariale e quote del fondo di perequazione: un mix tributario che consentirà entrate su misura ai diversi compiti e esigenze. Ecco, in dettaglio, come cambiano i rapporti finanziari tra Stato ed enti locali.
FISCO SU MISURA - Il fisco si divide in più livelli, ognuno con propria autonomia, anche se nel rispetto dei principi di capacità contributiva e di progressività previsti dall'articolo 53 della Costituzione. Le Regioni disporranno di compartecipazioni erariali, in via prioritaria all'Iva, tributi propri e quote di fondo di perequazione per finanziare le spese per lo svolgimento delle funzioni di loro competenza, che sono divise in "funzioni fondamentali" (per le quali è previsto un livello base uguale per tutti, il Lep) e "non essenziali". Una distinzione che prevede anche un diverso sistema di finanziamento. Anche Comuni e Province disporranno di compartecipazioni e quote di fondo perequativo, oltre che di tributi propri, per le proprie funzioni.
REGIONI, IVA E SPESE SANITÀ - Le funzioni fondamentali, per quanto riguarda le Regioni, sono l'assistenza e la sanità, cui si aggiunge la quota di spese amministrative dell'istruzione. Queste "uscite" vanno coperte con gettito tributario valutato ad aliquota e base imponibile uniformi e in base a tributi propri derivati, istituiti con legge statale; addizionale regionale Irpef; compartecipazione all'Iva; quote di fondo perequativo; Irap, ma questa imposta solo in via transitoria in vista di un superamento. Le altre funzioni sono finanziate con tributi propri e fondo di perequazione.
COMUNI, TASSE CASA E SPESE SOCIALI - Le spese essenziali dei Comuni (che riguardano territorio e ambiente, istruzione con gli asili nido o l'edilizia scolastica, viabilità, settore sociale) vengono finanziate con le imposte immobiliari, un mix di compartecipazione a Iva e Irpef e fondo di perequazione. Per le altre ci sono tributi propri e compartecipazione a tributi regionali.
PROVINCE, TRIBUTI AUTO E TUTELA AMBIENTE - Le funzioni fondamentali delle Province (tutela ambiente, trasporti, istruzione) vengono finanziate con tributi connessi al trasporto su gomma; compartecipazione a tributi erariali; perequazione. Mentre per le altre il meccanismo è uguale a quello dei Comuni.
SOLIDARIETÀ PER PRESTAZIONI BASE - Il fondo perequativo è statale ed alimentato dal gettito da compartecipazione all'Iva assegnata per le spese relative alle prestazioni essenziali ma anche da una quota del gettito derivante dall'aliquota media di equilibrio di addizionale regionale all'Irpef assegnata per il finanziamento delle spese non riconducibili alle funzioni essenziali. Viene utilizzato, secondo il principio costituzionale del favore verso i territori a minore capacità fiscale e le sue quote vengono assegnate a ciascuna regione senza vincolo di destinazione. (Ansa)